Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/25

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servigj dal buon duca Borso una ricca possessione nel Polesine di Rovigo. Se non che il nostro era per provare a sue spese la verità di quel proverbio: Non son più i tempi del duca Borso.1 Dopo essersi adunque ammogliato con una Taddea de’ Bendedei entrò egli nel 1567, trentesimo anno dell’età sua, ai servigj di Alfonso II: nella corte del quale già da due anni viveva anche il Tasso con titolo di gentiluomo del Cardinal d’Este fratello del Duca. Era in sostanza il poeta di corte; ufficio di cui’per certo non si sarebbe appagato il Guarini, 1 Questo proverbio, nato a testimoniare la quasi favolosa felicità di cui goderono i sudditi estensi sotto quel buon duca, fratello degnissimo di Leonello, o il peggiorato dominio sotto i principi successivi, durava anche ai tempi del Muratori, e forse dura tuttavia. Il tempo di Borso, vissuto nella seconda metà del Quattrocento, era considerato anche nel Cinquecento come l’età d’oro delle corti e de’ cortigiani, secondochè può vedersi nel Castiglione, Cortig. lib. 2.