Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/315

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Ch’uomo s’appella, ed a cui pur s’inchina
Ogni cosa mortale,
Se, mirando di te l’alta cagione,
T’ inchina e cede: e s’ei trionfa e regna,
Non è perchè di scettro o di vittoria
Sii tu di lui men degna,
Ma per maggior tua gloria;
Che quanto il vinto è di piú pregio, tanto
Piú glorioso è di chi vince il vanto.
Ma che la tua beltate
Vinca coll’uomo ancor l’umanitate,
Oggi ne fa Mirtillo a chi noi crede
Maravigliosa fede.
E mancava ben questo al tuo valore,
Donna, di far senza speranza amore.

ATTO QUARTO. SCENA I.

CORISCA.
Tanto in condur la semplicetta al varco
Ebbi pur dianzi il cor fiso e la mente,
Che di pensar non mi sovvenne mai