Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/38

Da Wikisource.

ra (1575) il principio di quei dolorosi vaneggiamenti, che lo trassero alla^ settenne prigionia di Sant’Anna, e, non finirono più mai del tutto che con la morte: nei quali, sebbene parecchie cagioni concorressero, non ebbero piccola parte ^li astj e la malignità cortigiana^ Deve dirsi a lode del Guarini che, sebbene emulo e rivale, non apparisce che mai si mischiasse nelle vilissime trame*che s* ordivano a danno di quel grande infelice. Esercitarono entrambi da uomini generosi la loro emulazione ( e rivalità. Il Tasso anche volendo mordere l’avversario l’aveva lodato, scrivendo in quel sonetto sopra allegato: «E sì dolce risuona i suoi lamenti. Gli’ogn* odio piatta e raddolcisce ogn’ira;» e nel Dialogo del Messaggiero: «Battista Guarini la prudenza civile ha accoppiata con tanto ornamento di scelte e pulite lettere e di felicissima eloquenza.