Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/387

Da Wikisource.

CARINO.
Musico spirto in giovami vaghezza
D’ acquistar fama ov’è piú chiaro il grido
Ch’avido anch’io di peregrina gloria,
Sdegnai che sola mi lodasse, e sola
M’udisse Arcadia, la mia terra, quasi
Del mio crescente stil termine angusto:
E colá venni, ov’è sí chiaro il nome
D’Elide e Pisa, e fa sí chiaro altrui.
Quivi il famoso Egon di lauro adorno
Vidi, poi d’ostro, e di virtú pur sempre;
Sicché Febo sembrava: ond’io devoto
Al suo nome sacrai la cetra e ’l core.
E ’n quella parte ove la Gloria alberga,
Ben mi dovea bastar d’esser ornai
Giunto a quel segno ov’aspirò il mio core
Se, come il Cièl mi feo felice in terra,
Cosí conoscitor, cosí custode
Di mia felicitá fatto m’avesse.
Como poi, per veder Argo e Micene,
Lasciassi Elide o Pisa, o quivi fussi
Adorator di deitá terrena,
Con tutto quel che ’n servitú soffersi,
Troppo noiosa istoria a te l’udirlo,
A me dolente il raccontarlo fòra.