Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/443

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Sogno non giá, ma visYon celeste!
Ecco ch’Arcadia mia,
Come dicesti tu, sará ancor bella.
TIRENIO.
Ma che tardi, Montano?
Da noi piú non attende
Vittima umana il Cielo:
Non è piú tempo di vendetta e d’ira,
Ma di grazia e d’amore: oggi comauda
La nostra Dea, che ’n vece
Di sacrificio orribile e mortale
Si faccian liete e fortunate nozze.
Ma dimmi tu: quant’ha di vivo il giorno?
MONTANO.
Un’ora o poco piú.
TIRENIO.
Cosí vien sera?
Torniamo al tempio, e quivi immantenente
La figliuola di Titiro e ’l tuo figlio
Si dian la fede maritale, e sposi
Divengano, d’amanti; e l’un conduca
L’ altra ben tosto alle paterne case,
Dove convien, prima che ’l Sol tramonti,
Che sian congiunti i fortunati eroi.
Cosí comanda il Ciel. Tornami, figlio,