Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/485

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362 della poesia tragicomica.

umane operazione, che sono appresso tutti di tanto pregio. E veramente, che cosa è rassomigliarsi al vero, se non imitare? La qual maravigliosa e veramente divina operazione, che alla natura umana sia tanto dilettevole e tanto cara non è da prenderne maraviglia; perciocchè non è cosa di qual si voglia sorte in questo mondo sensibile e alterabile, che non partecipi tanto o quanto di questo raro dono dell’imitazione. E cominciando dalla creazione del mondo: quando quel divino Fabbro il produsse, non parve egli che volesse a un certo modo imitare? non solo per averlo prodotto conforme alla divina idea ch’è nel suo seno ab eterno, ma per averlo eziandio fatto nella parte celeste con sembianza d’eternità impassibile inalterabile, che son vestigi di non caduca natura. Laonde non è da maravigliarsi se vedenso tale Aristotile s’ingannò giudicandolo eterno. Nel formar poscia il picciol mondo, ch’è l’uomo, se ’l medesimo si compiacesse dell’opera imita-