Pagina:Il Principe.djvu/37

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Acquistata adunque il Duca la Romagna, e battuti i Colonnesi, volendo mantenere quella, e procedere più avanti, l’impedivano due cose: l’una l’armi sue, che non gli parevano fedeli; l’altra la volontà di Francia; cioè temeva che l’armi Orsine, delle quali si era servito, non gli mancassero sotto, e non solamente gl’impedissero l’acquistare, ma gli togliessero l’acquistato; e che il Re ancora non gli facesse il simile. Degli Orsini ne ebbe uno riscontro quando dopo l’espugnazione di Faenza assaltò Bologna, che gli vide andare freddi in quello assalto. E circa il Re, cognobbe l’animo suo, quando, preso il Ducato di Urbino, assaltò la Toscana; dalla quale impresa il Re lo fece desistere; ondechè il Duca deliberò non dipendere più dalla fortuna ed armi d’altri. E la prima cosa indebolì le parti Orsine e Colonnesi in Roma, perchè tutti gli aderenti loro, che fussino gentiluomini, si guadagnò, facendogli suoi gentiluomini, e, dando loro gran provvisioni, gli onorò secondo le qualità loro, di condotte e di governi; in modo che in pochi mesi negli animi loro l’affezione delle parti si spense, e tutta si volse nel Duca.

Dopo questo aspettò l’occasione di spegnere gli Orsini, avendo dispersi quelli di casa Colonna, la quale gli venne bene, ed egli usò meglio; perchè avvedutisi gli Orsini tardi che la grandezza del Duca e della Chiesa era la lor rovina, fecero una dieta a Magione nel Perugino. Da quella nacque la ribellione di Urbino, e li tumulti di Romagna, ed infiniti pericoli del Duca, li quali superò tutti con l’aiuto de’ Francesi; e ritornatoli la riputazione, nè si fidando di Francia, nè di altre forze esterne, per non le avere a cimentare si volse agl’inganni, e