Pagina:Il Re del Mare.djvu/238

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234 emilio salgari

Ecco lo scoglio! Non verremo frantumati fra le rocce? Sir Moreland, non lasciatevi spingere.

Il capitano non rispose. Guardava verso l’enorme scoglio, la cui vetta era coperta di nubi tempestose e sui cui fianchi strisciavano le folgori.

D’improvviso mandò un grido di gioia.

— La... la... calma... l’olio! — esclamò. — Brahma ci protegge!

Era impazzito l’anglo-indiano? No, sir Moreland aveva ben veduto.

Le onde, dinanzi a loro, si spianavano, come per opera magica, dissolvendosi di colpo.

Durante l’imbarco del carbone, Sandokan aveva fatto spargere intorno alla nave alcuni barili d’olio onde ottenere un po’ di calma e permettere alle scialuppe cariche di abbordarlo.

Quello strato oleoso, trascinato forse da qualche corrente, si era accumulato dinanzi al terribile scoglio, formando una zona brillante, lunga parecchi chilometri e larga alcune gomene.

Si conoscono già le miracolose proprietà che hanno le materie grasse di calmare le onde. Non avendo il vento alcuna presa su di esse, e non essendo penetrabili nè all’aria, nè all’acqua, dove esse vengono sparse i marosi si dissolvono e tutt’al più formano delle lunghe ondate senza frangersi, affatto innocue.

Qualche barile, e anche meno, basta sovente a ottenere una specie di calma attorno alle navi, avendo l’olio la proprietà di espandersi a grandi distanze. Quello sparso dall’equipaggio del Re del Mare, in quelle quattordici o quindici ore, era stato tanto da far regnare una certa tranquillità fra le tre isole.

— Sì, l’olio — aveva risposto Yanez. — Un’altra onda e noi giungeremo nella zona tranquilla.

Il nuovo cavallone sopraggiungeva mungendo e urlando. Era alto almeno quindici metri, tutto creste spumeggianti e lungo parecchie miglia.

Afferrò i tre naufraghi, li scosse sulle sue cime, poi li scaraventò innanzi, ma appena toccata la zona oleosa perdette improvvisamente il suo impeto e scivolò sotto lo strato, trasformandosi come per incanto in un’ondata lunga, priva d’ogni violenza.

— Siamo salvi! — gridò il portoghese. — Sir Moreland, uno sforzo ancora e giungeremo sull’isolotto.

L’anglo-indiano lo guardò senza aprire bocca. Era pallidissimo e un rauco respiro gli usciva dalle labbra contratte.