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il re del mare 21

I suoi quaranta uomini erano tutti ai loro posti di combattimento. Gli artiglieri dietro ai due cannoni da caccia ed alle quattro spingarde, i fucilieri dietro alle murate i cui bordi erano coperti di fasci di spine acutissime, e gli uomini di manovra, che pel momento non avevano nulla da fare essendo il veliero sempre arenato, sulle coffe muniti di bombe da lanciare a mano e armati di carabine indiane di lunga portata.

— Vengano a trovarci! — mormorò, visibilmente soddisfatto degli ordini impartiti da Sambigliong.

Il sole stava per scomparire, diffondendo i suoi ultimi raggi e bagnando di luce aurea o rossastra le coste dell’immensa isola e le scogliere contro cui si frangevano rumoreggiando le onde che venivano dal largo.

Il grande globo incandescente calava superbamente in acqua, incendiando un gran ventaglio di nubi al di sopra delle quali s’innalzavano grandi zone d’oro e lembi ampî di porpora, smaglianti sull’azzurro chiaro del cielo.

Finalmente s’immerse, quasi bruscamente, infiammando per alcuni istanti tutto l’orizzonte, poi quell’onda di luce si attenuò rapidamente; non essendovi crepuscoli sotto quelle latitudini, la grande fantasmagoria solare si estinse e le tenebre piombarono avvolgendo la baia, le isole e le coste bornesi.

— Buona notte per gli altri e cattiva per noi — disse Yanez, che non aveva potuto fare a meno di contemplare quello splendido tramonto.

Guardò la flottiglia nemica. Il piccolo praho, le doppie scialuppe e quelle semplici affrettavano la corsa.

— Siamo pronti? — chiese Yanez.

— Sì — rispose Sambigliong per tutti.

— Allora, Tigrotti di Mompracem, non vi trattengo più.

Il piccolo praho era a buon tiro e copriva le scialuppe che lo seguivano in fila, l’una dietro all’altra, per non esporsi al fuoco delle artiglierie della Marianna.

Sambigliong si curvò su uno dei due pezzi da caccia piazzati sul cassero che erano montati su perni giranti onde potessero far fuoco in tutte le direzioni e, dopo aver mirato per qualche istante, fece fuoco, spezzando netto l’albero di trinchetto, il quale cadde sul ponte assieme all’immensa vela.

A quel colpo veramente meraviglioso, urla furiose s’alzarono sulle scialuppe, poi la prua del legno mutilato a sua volta avvampò.