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chia, senza che quelle colossali piante avessero fortunatamente ceduto ed erano scomparsi nel più folto della foresta, sempre perseguitati dai dayachi.

— Che siano cacciatori? — chiese Yanez quando il fragore si perdette in lontananza.

— Che cacciavano noi — rispose il malese. — La nostra discesa a terra è stata notata da qualcuno che sorvegliava l’embarcadero e non essendo probabilmente in numero sufficiente i dayachi che si trovavano nei dintorni, ci scagliano addosso gli elefanti.

«Vedrete che faranno percorrere a quei colossi tutta la foresta, colla speranza che c’incontrino sulla loro corsa e ci travolgano.

— Possiamo quindi rivederli ancora?

— È probabile, signore, se non ci affrettiamo a lasciare questa boscaglia ed a rifugiarci nel kampong di Pangutaran.

— Siamo lontani molto ancora?

— Non ve lo saprei dire, essendo questa parte della foresta così intricata, da non poterci nè orientare, nè correre troppo. Tuttavia suppongo che giungeremo prima dell’alba.

— Prima che gli elefanti ritornino, andiamocene. Non si trovano sempre degli alberi della canfora per proteggerci. Mi stupisce però una cosa.

— Quale, signore?

— Come quei selvaggi abbiano potuto radunare tanti animali.

— Li avranno incontrati per caso, non essendo domatori come i mauth siamesi od i cornac indiani — disse Tangusa, che assisteva al colloquio. — Non è raro, in queste foreste, trovare delle truppe di cinquanta e anche di cento capi.

— E si presteranno a quel giuoco?

— Continueranno a scappare finchè i dayachi avranno fiato e non cesseranno di perseguitarli coi tizzoni accesi.

— Non credevo che quei bricconi fossero così furbi. Amici, al trotto!

Lasciarono la macchia che li aveva così opportunamente protetti da quella carica spaventevole e si cacciarono entro altri macchioni formati per la maggior parte di alberi gommiferi, di dammeri e di sandracchi, cercando alla meglio di orientarsi, non potendo scorgere le stelle, tanto era folta la cupola di verzura che copriva la foresta.

Fortunatamente le piante non crescevano così l’una presso all’altra ed i cespugli ed i rotang erano rari, sicchè potevano marciare più celermente e correre anche meno rischi di cadere in qual-