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notte di tempeste 91


Benedetto gli mormorò:

«Non è quello che Lei pensa.»

E ricomposto, pregò il Maestro di sedere sopra un rudero al quale egli stesso, postosi ginocchioni sull’erba, appoggiò le braccia incrociate.

«Da questa mattina» diss’egli «io ho segni di una volontà nuova del Signore a mio riguardo, senza ch’io possa intendere quale. Ella sa cosa mi è avvenuto tre anni sono in quella piccola chiesa dove stavo pregando mentre la mia povera moglie era per morire.»

«Vuoi parlare della tua Visione?»

«No, prima della Visione, tenendo chiusi gli occhi, mi sono lette nelle palpebre le parole di Marta: «Magister adest et vocat te». Questa mattina, mentre Lei celebrava, all’Elevazione, mi sono vedute nel mio interno le stesse parole. Ho creduto a un ritorno automatico di ricordi. Dopo la Comunione ebbi un momento di ansia, parendomi che Cristo mi dicesse nell’anima: non intendi, non intendi, non intendi? Passai la giornata in un’agitazione continua, benchè cercassi di affaticarmi più del solito nell’orto. Nel pomeriggio stetti un poco a leggere sotto il leccio dove si raccolgono Loro padri. Avevo Sant’Agostino: «De opere monachorum». Passa gente sulla strada alta, discorrendo forte. Io alzo il viso, meccanicamente. Poi, non so perchè, invece di riprendere la let-