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160 capitolo quarto


Nel passare dal primo al secondo chiostro Noemi ricordò nuovamente al padre l’incontro della sera precedente.

«Lei aveva un compagno?» diss’ella e subito vergognò del suo simulare, di non aver tratto il monaco dall’inganno in cui era caduto. Don Clemente rispose quasi sotto voce;

«Sì signora, un ortolano del monastero.»

Erano rossi in viso tutt’e due ma non si guardarono, ciascuno sentì solo il rossore proprio.

«Lei sa chi siamo?» riprese Noemi.

Don Clemente rispose che supponeva di saperlo. Dovevano essere le due signore aspettate dalla signora Selva. Gli pareva che la signora Selva gli avesse nominata sua sorella e la signora Dessalle.

«Ah Lei lo ha saputo da mia sorella?»

A queste parole di Noemi don Clemente non potè trattenersi dall’esclamare:

«Dunque la signora Dessalle non è Lei?»

Noemi comprese che l’uomo sapeva. Quindi aveva provveduto, certo; un improvviso incontro non era possibile. Respirò, e il suo cuore femminile, vôto d’inquietudine, si riempì di curiosità.

Don Clemente le parlava della torre, delle arcate antiche, degli affreschi presso la porta della chiesa ed ella pensava: come farlo parlare di Maironi? Lo interruppe spensieratamente mentre