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lac d'amour | 11 |
poggiava sopra un caso curioso di contagio spirituale. Il protagonista era un prete francese di ottant’anni, pio, puro e dotto. Francese? Perchè francese? Ma! Perchè il personaggio abbisognava di certo colore di fantasia poetica, di certa mobilità sentimentale e queste belle cose non si trovano in un prete italiano, secondo Carlino, a sgusciarne mille. Accadeva un giorno a questo prete di confessare un uomo di grande ingegno, combattuto da terribili dubbi circa la fede. A confessione finita il penitente se n’andava tranquillo e il confessore rimaneva scosso nelle credenze proprie. Qui doveva seguire un’analisi minuta e lunga dei successivi stati di coscienza di questo vecchio, che aspettava la morte di giorno in giorno con lo sgomento di uno scolare il quale attenda nell’anticamera della scuola il suo turno di esame e non si trovi più in testa niente. Egli capita a Bruges. Qui l’ostile interruttrice esclamò:
«A Bruges? Perchè?»
«Perchè io sono il suo Papa» rispose Carlino «e lo mando dove voglio. Perchè a Bruges c’è un silenzio di anticamera dell’Eternità e quel carillon, che in fondo comincia a seccarmi, può anche passare per un richiamo di angeli. Finalmente perchè a Bruges c’è una signorina brunetta, sottile, alta e che si può anche dire intelligente benchè parli l’italiano male e non capisca la musica.»