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314 capitolo settimo


«Io non desidero di vederlo» s’affrettò a dire Jeanne.

«Davvero?» esclamò l’amica. «Ma come? Mi spieghi questo enigma.»

«Così. Non desidero.»

«Curiosa!» pensò l’Albacina. La carrozza si fermò davanti all’entrata del Grand Hôtel.


Nell’atrio Jeanne s’incontrò con Noemi e suo cognato, che uscivano.

«Finalmente!» disse Noemi. «Va, corri, tuo fratello è arrabbiatissimo con questa Jeanne che non arriva mai. Noi siamo discesi ora perchè è venuto il medico.»


I Dessalle erano a Roma da quindici giorni. Un principio di ottobre umido e freddo, preoccupazioni di salute, il progetto di uno studio sul Bernini seguito al progetto di romanzo, avevano persuaso Carlino ad accontentare la signora Albacina più presto che non avrebbe voluto, a lasciare villa Diedo per i tepori di Roma prima dell’inverno, con molta chiusa gioia di sua sorella. Due o tre giorni dopo l’arrivo fu preso da una leggera bronchite. Si diede per tisico, si tappò in camera con il proposito di starci tutto l’inverno, volle il me-