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nel turbine del mondo 323

le alture di Sant’Onofrio. Tanto la porta di sinistra quanto la cancellata di destra parevano chiuse. Benedetto guardò, guardò, a destra e a sinistra. Impronte antiche gli venivano ricomparendo poco a poco nella memoria. Sì, in quella loggia egli era stato ancora, aveva veduto quella cancellata recandosi con un suo conoscente, lettore della Vaticana, a visitare la Galleria delle lapidi, la via Appia del Vaticano. Ecco, sì, adesso ricordava bene. La porta di sinistra, in fondo alla loggia, doveva mettere agli appartamenti del cardinale segretario di Stato. La loggia oltre la cancellata era la loggia di Giovanni da Udine, le grandi finestre colle inferriate che mettevano nella loggia di Giovanni da Udine erano le finestre dell’appartamento Borgia, l’entrata della Galleria delle lapidi doveva aprirsi proprio nell’angolo. Allora presso la cancellata ci stava uno svizzero. Adesso non c’era nessuno. Tutto era deserto, a destra e a sinistra, tutto era silenzio.

A tentar la porta del cardinale segretario di Stato non era da pensare. Benedetto spinse la cancellata. Era aperta. Sostò, si trovò davanti all’entrata della Galleria delle lapidi. Stette ancora in ascolto. Silenzio profondo. Gli parve che una voce interna gli dicesse: «Sali, entra.» Salì, franco, i cinque gradini.

La via Appia del Vaticano, larga forse quanto