Pagina:Il Santo.djvu/413

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jeanne 401


«Io?» rispose colui. «Se sono certo? Che si ammazzino! Non so nulla di nulla, io. Le ho fatte chetare, le ho fatte andare al diavolo, quelle bestiacce. Corrano almeno fino a Civitavecchia, adesso, e affoghino tutti in mare, loro e il loro Santo!»

«E allora?» fece l’ostessa. «Dove sarà andato?»

«Vada a cercarlo in cantina» rispose il ferroviere «che il fiasco è vuoto e noi si ha sete ancora.»


II.


«Se continui così» esclamò Carlino udendo sua sorella ordinare alla cameriera cappello, pelliccia e guanti, «se mi lasci solo tutto il giorno, ti giuro che ritorniamo a villa Diedo. Almeno là non saprai dove andare.»

«Ho pensato di mandarti Chieco» diss’ella. «Oggi alle due suona dalla Regina e poi verrà da te. Addio.»

E partì senza lasciare al fratello il tempo di replicare. Il suo coupé l’aspettava. Diede al domestico l’indirizzo del sottosegretario di Stato per l’Interno e salì.

Era un sabato. Da più giorni Jeanne non dormiva nè, quasi, mangiava. Il martedì sera aveva