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nel turbine di dio 467


«Figli miei, non vi prometto che rinnoverete il mondo. Lavorerete nella notte senza profitto apparente come Pietro e i suoi compagni sul mare di Galilea, ma Cristo alfine verrà e allora il vostro guadagno sarà grande.»

Tacque, pregò per i suoi discepoli, sospirò nella prescienza di molto loro soffrire da molte specie di nemici e disse le ultime parole:

«Più tardi le vostre preghiere; adesso il vostro bacio.»

I discepoli domandarono a una voce di essere benedetti. Egli si schermì, disse di non sentirsi degno:

«Non sono che il povero cieco, al quale il Signore ha aperti gli occhi col fango.»

Don Clemente non parve udire, s’inginocchiò dicendo:

«Anche me.»

Benedetto gl’impose con umile obbedienza la mano sul capo, disse le parole latine della benedizione rituale e lo baciò. Così fece agli altri, uno per uno. Parve a ciascuno sentirsi fluire nell’interno da quella mano il vento dello Spirito. Quando fu la volta del prete, questi mormorò:

«Maestro, e noi?»

Il morente si raccolse alcuni istanti, rispose:

«Siate poveri, vivete da poveri, siate perfetti, non compiacetevi nè di titoli nè di vesti di onore,