Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/14

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CAPITOLO I.


I dialoghi dialettici




Sommario: 1. Il nesso del Sofista col Teeteto. — 2. La doppia redazione del Teeteto. — 3. Il dialogo scientifico. — 4. I personaggi.


1. Chi per la prima volta prenda in mano il Sofista o l’Uomo politico, che ne è la continuazione e il complemento, con l’impressione fresca dell’arte perfetta del Gorgia e del Simposio, del Fedone e della Repubblica, non è meraviglia se lì per lì prova un senso sgradevole di durezza e di secchezza. La dialettica ha soverchiato la drammatica; la logica ha troppo spesso cacciato dal nido l’estetica; e questo può non piacere. È infatti una lettura faticosa; richiede attenzione intensa e ininterrotta, e nel Sofista non c’è alcuna oasi di riposo: solo nel Politico l’antico poeta qualche volta s’affaccia di nuovo, come nel mito del mondo alla rovescia e nella rappresentazione grottesca delle leggi. Perchè Platone abbia mutato a questo modo, vedremo tosto: perchè poi, ciò non ostante, l’un dialogo e l’altro egli si sforzasse di riconnetterli al Teeteto, che ha pur la freschezza dell’arte di prima, e come in tale intento egli riuscisse, questo è il quesito che dobbiamo proporci innanzi tutto.