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Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/314

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L’uomo politico. 303 mondo cra stato ¦'riposto d'esser egli il padrone jel suo girare, cosi appunto allo stesso mod.o sotto simile impulso anche alle parli fu comandato di produrre, di generare e di allevare, per quanto era possibile, da sè ^stesse. I£d ora siamo già proprio a quel punto per B caliga del quale tutto questo discorso ha preso le mosse. Perocché se intorno alle altre bestie molto e a lungo ci sarebbe da discorrere, e da quali (stati) e per mezzo di quali cause si siano mutate, intorno agli uomini invece c’è più poco c più a proposito. Poiché abbandonati dalla cura del Nume che li possedeva e li manteneva, essendo alla loro volta inselvatichite la maggior parte delle bestie quante avevano natura feroce, e gli uomini essendo rimasti deboli ed incostu- diti, erano questi sbranati da quelle, tanto più C che nei primi tempi erano ancora senza mezzi e senz'arti, essendo cessato l'alimento spontaneo e non sapendo essi in alcun modo procacciarselo, poiché nessuna necessità ve li aveva prima costretti. Per queste cose tutte erano in estreme difficoltà. E perciò effettivamente quelli che la tradizione chiama doni degli Dei ci furono da loro donati col necessario insegnamento ed allenamento, il fuoco da Prometeo, le arti da Efesto e dalla sua collaboratrice (1), e cosi i semi c le piante da altri. E tutte quante le cose che D menti, Come intesero lo Schleiermacher , il Cousin e il Mueller. (1) Atena. gai L’