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298 IL TRENTINO.

Rovereto fu città industriale. Fa pena il veder continuamente ripetuto in tutti i testi di geografia gli elogi delle grandiose industrie roveretane, mentre lo squallido aspetto delle sue contrade, 1 vasti opifici chiusi stringono il cuore del visitatore. I cittadini di Rovereto ricordano con orgoglio il dominio della repubblica veneta, di cui è viva l’impronta nei monumenti, nel dialetto, nel carattere e nei costumi.

Medaglia di Bernardo Clesio Seguendo il corso dell’Adige a pochi chilometri di distanza dal confine italo-austriaco si incontra Mori, (ab. 4455; a 205 m.) posto ai piedi delle pendici più settentrionali del Baldo e quindi Ala, che è la città di confine, dove risiede la dogana internazionale. Giace a m. 147 sul livello del mare; fu pur essa città ricca d’industrie; perdute queste, ebbe, quasi in compenso, le non poche risorse economiche dovute allo sviluppo degli uffici internazionali della sua stazione. Conta 4641 ab. Medaglia di Cristoforo Madruzzo Riva, (70 m.) fiorente pel suo commercio, agevolato dalla navigazioni sul Garda, va ognor più popolandosi di ville e di alberghi sontuosi e si appresta a divenire rivale delle più affollate stazioni del Lago Maggiore e di quelle di Como. È illuminata a luce elettrica; ha torri, palazzi e porticati che ricordano le signorie di Venezia. e degli Scaligeri. Nel decennio dal ’80 al ’90 aumentò del 6 % la sua popolazione che si ragguaglia a 6480 abitanti.

Dominato dai neri torrioni di un antico castello si adagia nella campagna ubertosa al Nord di Riva l’amena cittadella d’Arco. Essa è rinchiusa e protetta a settentrione contro i freddi venti, mentre la inonda il sole a mezzogiorno e la accarezzano le tiepide brezze dello scirocco. Linda e pulita, gode anch’essa i benefici della forza elettrica, e sa aggiungere sempre nuove attrattive a quella dell’incantevole clima meridio-