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CHIESA DI SANT’ANDREA A BROZZI — QUADRO IN TAVOLA DI FRANCESCO DI GIOVANNI BOTTICINI.

(Foto I. I. d’Arti Grafiche).

I.

DA FIRENZE A SIGNA.

Un’ampia pianura, in epoca remota squallida e palustre, oggi fertilissima, popolata d’innumerevoli paesi, sparsa di leggiadre case di villeggiatura, intersecata in ogni senso da una fitta rete di comode strade, si distende a ponente di Firenze, e in mezzo ad essa mollemente serpeggia l’Arno, mentre tutt’all’intorno le colline ubertose formano una gentile corona che ha per gemme i suntuosi palazzi campestri e le chiese dalle linee pure e gentili.

Sulla destra riva del fiume, lungo i due grandi stradali che in senso differente percorrono i piani per ricollegarsi poi a Pistoja, corrono come due borghi interminabili di caseggiati che assumono i nomi diversi dalle antiche località e dalle vecchie chiese attorno alle quali si costituirono i primi centri.

Lungo la via Pistoiese, dopo Rifredi, divenuto ormai un sobborgo di Firenze e si potrebbe dir quasi il quartiere industriale fiorentino, vengono Castello, presso al quale primeggiano, fra una miriade di ville, le due splendide dimore Medicee ora patrimonio della Corona: Castello e Petraja, poi Sesto, ampio ed industrioso paese, reso celebre dalla vicina manifattura di porcellane di Doccia, fondata nel