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IL BUON CUORE 61


forte di noi che ci trasfigura, che ci eleva, che ci divinizza.

Cento prediche lasciano freddi, una vita santa converte, attira, accende la fame e la sete del divino....

Ricordiamo, riverenti, quelli che questa sete e questa fame hanno acceso nelle anime nostre e ricordiamo che noi pure Dio chiama a. essere rivelatori dello spirito, scuotitori di anime nel mondo!

«Adoratori veraci adoreranno il Padre in ispirito verità».

I veri adoratori di Dio lo devono adordre in ispirito in verità.... Signore, quanto spirito e quanta verità nella vita e nel culto di tanti cristiani?

È spirituale la cura eccessiva della materialità, del mondo, dell’ora, della durata dell’orazione?

Viene da spiritualità l’ansia affannosa di fare tridui novene davanti a un bisogno e quasi sempre materiale per di più? Perchè chiediamo a Dio con tanta insistenza ciò che bimbi, non chiediamo ai nostri cari? Non siam sicuri che Dio ci ama? Perchè, per tutto non ci affidiamo a Lui?

Perchè non recitiamo umili il Padre nostro, invocando che il volere divino si compia in noi e nel mondo?

E quale verità nel culto, quando gli esercizi di pietà tengon nelle nostre giornate un posto come qualsiasi altra occupazione e poi non hanno nessuna pratica efficacia sulla nostra vita?

La mattina a Messa e poi bugiardi, vani, orgogliosi nella giornata!

La mattina la Comunione e nel pomeriggio le compiacenze frivole, i discorsi maldicenti, le letture morbose.... Oh, mio Signore! Rientriamo in noi, e vediamo se il nostro culto è tale da poter piacere a Dio.... ricordiamo che la religiosità non è abito da indossare e togliere a tempo fisso, ma un sentimento che deve informare tutta la vita.

«Noi non crediamo già per la sua parola; che noi stessi udimmo e sappiamo esser Lui veramente il Salvatore del mondo».

Un’ultima, breve considerazione, sull’ammonimento solenne che contiene il pensiero evangelico.

La Samaritana (seguendo la scena evangelica) è stata il mezzo per cui i suo concittadini furono chiamati ad avvicinare Gesù, ma essi credono non per la sua parola, bensì per la persuasione interiore che li ha pervasi, udendo la parola di Cristo.

Non sono le argomentazioni che conquistano le anime a Dio, ma il tocco intimo, segreto della sua grazia. E la fede riposa nell’esperienza diretta, personale della salvazione, della liberazione, della vita trovata in Gesù, non su altro.... Oh, come, se si capisse ciò, noi saremmo umili dovendo esercitare un sacerdozio, un magistero (e ogni cristiano vi è chiamato) come saremmo trepidi, rispettosi per il lavorìg nascosto che Dio solo compie ne’ cuori, come resteremmo compresi sia davanti a chi prega; come a chi non prega; a chi adora e a chi adorare non sa!...

Nessun progetto nè piano, nè metodo, nè libro possono condurre al possesso di Dio: Dio solo può attirare a Lui — dice il padre Grou nel suo aureo Manuale delle anime interne.

Ogni fede, ripeto, non può riposare che su questa intima esperienza: dall’evangelista agli scrittori mistici più recenti vien proclamata l’identica verità.... Accogliamola riverenti e rispettosi.

Educazione ed Istruzione


LA SOLENNE CONSEGNA

delle insegne di Cavaliere mauriziano

a Mons. GIUSEPPE VILLA

Ieri nella Canonica di Borgo Panigale si è svolta una bella e gentile cerimonia.

Il comandante del VI corpo d’armata e gli ufficiali del 21 lancieri «Mantova» vollero mostrare a Monsignor Giuseppe Villa la loro riconoscenza per la benedizione da lui impartita l’11 novembre allo stendardo del nuovo reggimento e decisero di consegnargli le insegne di cavaliere mauriziano.

Alla cerimonia érano presenti S. E. il generale Incisa di Camerana comandante il 6.º corpo d’armata; il generale Ricci comandante la brigata di cavalleria; il colonello Federzoni comandante il regg. lancieri «Mantova» e numerosa rappresentanza di ufficiali e sott’ufficiali del reggimento stesso.

Il colonello cav. Federzoni, nel consegnare a monsignor Villa la croce, pronunciò questo affettuoso discorso:

«Monsignore!

«Nel portarle i rallegramenti per l’alta onorificenza 61 che S. M. il Re le ha concesso, La preghiamo di accettarne le insegne che S. E. il generale marc. Incisa e noi ufficiali dei Lancieri di Mantova le offriamo con simpatia ed affetto, memori sempre della funzione compiuta l’11 novembre scorso, in cui Ella rese sacro il nostro stendardo e seppe con ispirata parola far vibrare nel cuore di tutti i più elevati sentimenti, dai quali traggon forza gli eserciti, vale a dire: la fede in Dio, l’unione col Sovrano e l’amor di patria.

«Io bevo adunque al sacerdote patriota e faccio voti che la sua preziosa esistenza si conservi per molti anni ancora all’affetto sincero nostro ed a quello dei suoi concittadini che tanto lo prediligono.

«Evviva monsignor Villa!».

Mons. Villa, commosso, rispose ringraziando per la manifestazione di simpatia fattagli dagli egregi ufficiali.

La croce è accompagnata da questa dedica:

«A MONSIGNOR — DOTTOR GIUSEPPE VILLA — ARCIPRETE — DI BORGO PANIGALE — S. E. IL MARCHESE — ALBERTO INCISA — DI CAMERANA — COMANDANTE DEL VI CORPO D’ARMATA — E GLI UFFICIALI — DEI LANCIERI DI MANTOVA — A RICORDO — DELLA BENEDIZIONE — DEL LORO STENDARDO — FEBBRAIO 1910».