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IL BUON CUORE 95


una pregevole relazione che costituisce ancora oggi una preziosa monografia storica sullo stato dell’industria chimica d’allora. Nel 1882 fondava la grandiosa fabbrica di Bovisa e quando essa ebbe raggiunto un cospicuo sviluppo e grande rinomanza, intuendo tra i primi l’importanza del problema meridionale, altra grande fabbrica istituiva a Barletta. Raggiunta così una cospicua posizione, ormai prossimo alla vecchiaia sebbene ancora robustissimo, nel 1897 costituiva una Società della quale lasciava la gerenza ai figli, illudendosi di potere concedersi un pò di riposo. Ma, innamoratosi di un’idea, quella di fondare una Casa per veterani ed invalidi, alla nuova impresa dedicava tutto sè stesso.

Il Candiani, coi patrioti Amati e Bruzzesi, costituì il così detto A. B. C. della patriottica istituzione e recentemente, col suo volume intitolato: Dieci anni di vita della Casa di Turate, ha fatto un’altra opera buona ed un ricordo duraturo e parlante della sua generosità e del suo amore ai martiri del risorgimento italiano.

Nella prefazione a quel volume, la signora Ernestina Viganò Dal-Co presenta il Candiani con queste parole: “E’ un bel vecchio, quasi ottantenne, piantato ritto su due lunghe gambe che sembrano due antenne, dai capelli e baffi bianchissimi, che con umorismo egli dice scoloriti anzi tempo per le esalazioni del cloro che doveva preparare; un vecchio dall’ossatura zigomatica forte, dagli occhi piccoli, penetranti, dal sorriso bonariamente meneghino, da cui, attraverso la barzelletta, traspare la fermezza e la sicurezza dell’animo. E’ una di quelle figure, è una di quelle esistenze la sua, che lo Smiles avrebbe voluto avere per modello, per farne un tipo di self help man”.

Chi scrive ricorda con viva compiacenza la festa alla quale ebbe la ventura di partecipare, col Candiani e la sua famiglia, per la inaugurazione della Cappella eretta a Turate all’uopo di avere nell’interno dell’Ospizio il
servizio religioso. Ora è da notarsi che il benemerito fondatore della Casa, compreso dell’importanza di quella cerimonia, volle raccoglierne tutti i particolari per esporli come degno complemento nelle ultime pagine del suo volume.

Così il Candiani compiva la sua opera, rivelando apertamente il suo sentimento religioso, non sopito mai nel suo cuore leale, malgrado le battaglie sostenute contro chi non avrebbe voluto l’unificazione italiana.

Poco tempo era trascorso, quando noi vedemmo il Candiani manifestare ancora schiettamente i suoi buoni sentimenti e la sua fede nelle speranze immortali. Era malato, gravemente malato e, quantunque affezionatissimo alla famiglia ed a’ suoi veterani, non dissimulava il desiderio di uscire da una vita divenuta troppo tormentosa; ma nei ricordi di tempi tranquilli, nelle memorie delle sue opere buone, nella visione de’ suoi figli che lo avevano preceduto, trovava la pace e la rassegnazione; l’uomo forte diveniva dolcissimo, si chinava a Dio, trovando in Lui il conforto supremo.

Nei giorni più tristi noi ebbimo un momento di preziosa intimità con quel caro uomo, che ci parlava di tutta l’epopea nazionale. Un accenno solo, un solo motto come per accidens sull’argomento da molti erroneamente temuto dei conforti religiosi, bastò a commovere quell’anima generosa. Da’ suoi occhi spuntarono due lacrime eloquenti e le sue labbra tutto ci dissero con un bacio amichevole; poi... ecco le sue parole: “Siamo intesi: mi mandi un sacerdote che mi dia una bella benedizione religiosa e patriottica”.

Fu una rinnovazione di tradizioni famigliari nel compimento dei religiosi doveri; questa memoria costituisca il più grande conforto dei superstiti in lacrime.

Angelo Maria Cornelio.





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Società Amici del bene


CASO DOLOROSO


Si avvicina il momento affliggente degli affitti da... pagare, e noi siamo circondati da domande urgenti con descrizioni di casi veramente dolorosi. Procedendo

per eliminazione, ci soffermiamo al quadro straziante di una virtuosa e sventurata donna, la quale, in seguito a rovesci finanziari, fu abbandonata dal marito e lasciata nella miseria più squallida con quattro bambini che fanno veramente pietà. Sfrattata
dall’abitazione che le rammentava periodi di pace; privata del mobiglio e di tutto ciò che necessario alla vita, la povera infelice fu colpita da paralisi che l’ha offesa anche nella vista, e pel momento ha trovato ricovero coi bambini presso la vecchia madre, che è pure poverissima.

Alcune persone pietose s’interessano alla sorte della sventurata famiglia e si raccomandano a noi per aver ajuto dai nostri benefattori.

Si tratta di un caso veramente eccezionale, tanto è vero che, mercoledì scorso, parlandone noi a viva voce ad uno sportello
del Banco Ambrosiano, abbiamo ottenuto lì per lì da una gentile creatura l’offerta spontanea del dividendo che riscuoteva per dieci azioni nuove di quel provvido Istituto.

Così cominciamo l’elenco delle offerte con L. 28 e siamo sicuri che l’esempio di quell’anima nobile troverà imitatori e imitatrici.

Dividendo di 10 azioni nuove del Banco Ambrosiano |||
 L. 28 ―

Le offerte si ricevono ai seguenti ricapiti: A. M. Cornelio, via Gesù, 8 ― Tip. Ed. L. F. Cogliati, Corso P. Romana, 17.