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378 IL BUON CUORE


Lo sforzo dei ciechi ed il finire dei naufraghi.

Chi di noi, o Signori, ritornando col pensiero al suo tempo passato, non ritrova un giorno buio, in cui si è sentito un po’ cieco, non rià l’affanno di un’ora, in cui s’è sentito un po’ naufrago? Perchè abbiamo avuto comune il grido dell’invocazione e dello spasimo, perchè inconsciamente, abbiamo lasciato che sulla classe dei ciechi, per tanto tempo, gravasse il silenzio e l’oblìo, facciamo tutto il possibile ora, così che l’opera nostra assuma il carattere di una rivendicazione solenne.

L’ultimo dei nostri grandi poeti, Giosuè Carducci, ha scritto che: «a Raffa che tende le braccia il mondo»; ed il verso scultorio è tutt’ora la verità materiata. Noi, ciechi o veggenti aneliamo la luce che ci abbagli e che ci avvampi, e battiamo tutti la medesima via, risospinti da uno stesso ardore di febbre. Uniamoci dunque tutti, aiutiamoci dunque tutti, e moviamo tutti avanti, abbracciati, pronti per l’ultima vittoria o per l’ultimo sacrificio, facendo nostro, con l’azione viva, spoglio d’ogni vieta reminiscenza romantica, e sincero, sincero perchè sgorgante dall’anima, il bel grido: « Uno per tutti, e tutti per uno ».

Religione


Vangelo della domenica terza d’Avvento


Testo del Vangelo.

Avendo Giovanni udito, nella prigione, le opere di Gesù Cristo, mandò due de’ suoi discepoli a dirgli: Sei tu quegli che sei per venire, ovvero si ha da aspettare un’altro? E Gesù rispose loro: Andate e riferite a Giovanni quel che avete udito e veduto. I ciechi veggono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risorgono, si annunzia ai poveri il Vangelo, ed è beato chi non prenderà in me motivo di scandalo. Ma quando quelli furono partiti, cominciò Gesù a parlare di Giovanni alle turbe. Cosa siete voi andati a vedere nel deserto? una canna sbattuta dal vento? Ma pure, che siete voi andati a vedere? Un uomo vestito delicatamente? Ecco che coloro, che vestono delicatamente, stanno nei palazzi dei re. Ma pure cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico io, anche più che profeta, imperocchè questi è colui, pel quale sta scritto: Ecco che io spedisco innanzi a te il mio angelo, il quale preparerà la tua strada davanti a te. In verità io vi dico: Fra i nati di donna non venne al mondo chi sia maggiore di Giovanni Battista: ma quegli che’è minore nel regno de’ cieli, è maggiore di lui. Ora dal tempo di Giovanni Battista infin adesso, il regno dei cieli si acquista colla forza; ed è preda di coloro che usano violenza. Imperocchè tutti i profeti e la legge hanno profetato sino a Giovanni: e se voi volete capirla egli è quell’Elia che doveva venire. Chi ha orecchie da intendere, intenda.

S. MATTEO, cap. ii

Pensieri.

Dopo avere spesa tutta la sua vita per predicare il trionfo della giustizia e della virtù ecco che Giovanni il Battezzato è chiuso in una prigione, senza illusione alcuna sulla fine che lo attende. È dunque stato un sogno il suo? La sua speranza una grande illusione? Un momento psicologico questo che traversa Giovanni che, forse, tutti noi avremo sperimentato. Chi non le conosce queste angustie della sfiducia e dello sgomento?

Lavorare con la visione del trionfo, non di un meschino trionfo personale, oh, no! ma del trionfo della verità, della virtù... e poi vedere il proprio ideale di bene e di luce frainteso, calpestato... oppure, ciò che è, forse, ancor peggio, calpestati e offesi gli apostoli della verità, è davvero cosa che sgomenta, che opprime, che strazia! Non sono solo ore di sfiducia, sono vere ore di tentazione... che Dio solo sa e che egli solo dissipa con rivelazioni sempre più grandi e meravigliose di sè...

I discepoli di Giovanni vanno a trovar nella prigione il loro maestro e gli riferiscono di un uomo che opera cose straordinarie e trascinava le turbe. E Giovanni manda i suoi discepoli a questo rabbi per essere rassicurato, perchè essi gli chiedono se egli è colui che deve venire o se ne deve attendere un altro.

Che avrebbe risposto qualsiasi uomo alla domanda dei discepoli di Giovanni?

Ognuno, come già lo stesso Giovanni, avrebbe rigettato con orrore l’idea d’esser preso per il Messia. Gesù, invece, non rigetta nulla e dice quanto basti a rassicurare il profeta. E Gesù rispose loro: «Andate a riferire a Giovanni quel che udite e vedete: i ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risorgono, i poveri han la buona novella; ed è beato chi non si scandolezza con me».

Ma che sono tre o quattro ciechi che vedono, mentre tanti soffrono? La buona novella predicata ai pochi mentre i nove decimi dell’umanità sono schiavi di alcuni che li tiranneggiano? Il bene ottenuto da Gesù in un angolo della Giudea, mentre il male dilaga pel rimanente del mondo? E questo stesso Rabbi, verrà giorno, sarà vinto e ucciso dall’odio sacerdotale. Eppure, l’ultima sua parola sarà: Mangerete, banchetterete con me nel regno del Padre mio. Questa è grandezza morale, qui è l’uomo grande, l’uomo eroico!

Sì, dice Gesù ai discepoli di Giovanni, rassicurate il vostro maestro, Dio è ancora nel mondo e tutto non accade per il caso: il male è vinto per me e in me. Nessuno, tranne Gesù, il santo per eccellenza, avrebbe potuto dare simile risposta, perchè ogni uomo si sente peccatore, si sente in colpa e, prima che di vincere il male sugli altri, ha bisogno di vincerlo in sè.

Il bene vincerà; questa la speranza che Gesù tien viva nel mondo, la persuasione che egli lascia ai suoi. E noi, credenti nel Cristo, partecipiamo a questa sua speranza e non temiamo: noi sentiamo che Dio vince