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146 IL BUON CUORE


Un’altra istituzione venne l’anno scorso iniziata, una istituzione il cui ricordo tornerà specialmente gradito al vostro cuore di madre, Augusta Regina: l’Asilo Infantile dei Ciechi. Sapendo che la Regina Madre lo prese sotto il suo patronato, vorrei quasi dire che quel patronato, in parte, è preso anche da Vostra Maestà.

          Sire, graziosa Regina!

I distinti segni di predilezione da parte di Casa Savoja verso i Ciechi, hanno creato e conservano nel cuore dei Ciechi un senso di vivissima, imperitura riconoscenza. Questa riconoscenza che da un capo all’altro d’Italia, e in modo particolare dal nostro Istituto, si eleva verso la illustre Vostra casa, per la presente onorifica visita, che è una continuazione ed una novella prova dell’attenzione e dell’affetto di Casa Savoja verso i Ciechi, in ringraziamento, in ricordo, in omaggio, io la raccolgo e reverente la depongo dinnanzi a Voi.

Gli Allievi eseguirono in seguito un Intermezzo per Archi di Bolzoni, con molto sentimento e precisione.

Una bambina si fece poi innanzi sul palco, per presentare il dono dell’Istituto a Sua Maestà la Regina, recitando le seguenti strofe, composte dalla maestra Cieca Motta Maria.

           Dove l’augusto nome Tuo risuona
     Ha un eco di sorriso e di bontà;
     Il fior più vago della Tua corona,
     La più splendida gemma è la pietà.
          Oh noi, noi pure un riverente omaggio,
     Dolce Regina, Ti vogliamo offrir.
     Fra queste mura un ineffabil raggio
     D’esultanza diffonde il Tuo venir.
          È pur meschino il don che Ti presento;
     Ma al Tuo core di madre, al Tuo bel cor,
     Avrà d’amore un delicato accento,
     Poiché di nostra mano è umil lavor.

Il dono assai geniale consisteva in una fotografia dei tre bambini Reali, in cornice di raso verde chiaro, coperta da un merletto di Cantù, lavoro finissimo delle Allieve Cieche. Il dono sorprese gradevolmente e commosse la Regina.

Indi le Allieve Cieche eseguirono, sotto la direzione del Maestro Gallotti, il Coro a tre voci — L’Oceano — di Lecour, con molto affiatamento e sentimento.

Finito il Coro, accolto con applausi, comparve sul palco la schiera dei piccoli bambini Ciechi dell’Asilo Infantile. Erano presenti, nelle prime file del pubblico, le Capi gruppo del Comitato promotore dell’Asilo, colla Presidente Marchesa Maria Trotti Barbiano di Belgiojoso, colla Segretaria Signorina Matelda Cajrati.

Una bambina si fece innanzi, e recitò, con espressione invidiabile, le seguenti strofette, composte dal Rettore dell’Istituto:

           Sappiam che nella Reggia
     Folleggian tre bambini:
     Qui pur ti è dato scorgere
     Un gruppo di piccini.
         Lieta colà tu prodighi
     Il bacio dell’amore:
     Ahi, qui col bacio mèscesi
     La stilla del dolore.

         Sgombra l’angoscia, o tenera!
     Viva alla mente brilla
     La luce, il core ha palpiti,
     Se spenta è la pupilla.
         Di tutte gioje vedova
     Non creder la sventura:
     La carità sa vincere
     I danni di natura.
         Di Dame una benefica
     Schiera qui vedi unita,
     Che a proprio duce mormora
     Un nome — Margherita.
         Elena!... Di tua visita
     Aggiungi al sommo onore....
     Un po’ con noi dividere
     De’ bimbi tuoi l’amore!

La Regina non potè trattenere le lagrime, e abbracciò e baciò più volte la piccola bambina. Fu un momento di commozione generale.

Dopo, con tutto il seguito, il Re e la Regina fecero un giro nell’Istituto a pian terreno visitando le Scuole delle classi elementari, le sale di lavoro, e il Laboratorio Zirotti. Nella sala di classe IV assistettero ad alcuni esperimenti di lettura e scrittura, secondo i metodi speciali dei Ciechi.

Saliti poi a primo piano, nella Sala del Consiglio, apposero la loro firma ad una elegante pergamena, preparata per ricordare l’augusta loro visita all’Istituto. Circostanza interessante: la penna adoperata era la stessa che fu adoperata nel 1892 dal Re Umberto e dalla Regina Margherita quando presenziarono la solenne inaugurazione dell’Istitnto.

Ecco le parole della pergamena:

In ricordo
dell’augusta visita fatta
all’Istituto dei Ciechi di Milano
il 1 Maggio 1906
le L.L. M.M.
i Reali d’Italia
qui segnarono il loro nome



VITTORIO EMANUELE
ELENA.

Visibilmente soddisfatti e commossi, i Sovrani, dopo più di tre quarti d’ora di dimora, lasciarono l’Istituto salutati sul grande piazzale e lungo tutta la via Vivajo, da una folla immensa di popolo, che si era andata radunando, e che vivamente acclamò i Reali, che, come nella venuta, partirono in due carrozze distinte, colle persone di loro accompagnamento.

Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi


OBLAZIONI.

Somma retro|||
L. 80688 98
Cav. Ettore Boselli |||
  5—
Signora Adele Strambio de Castillia |||
  10—


Totale L. 80703 98