Pagina:Il buon cuore - Anno X, n. 06 - 4 febbraio 1911.pdf/3

Da Wikisource.

IL BUON CUORE 43


Ma la rabbia del turbine crescente
l’avvolse, lo scrollò,
lo contorse ululando e finalmente,
ribelle invano, a terra lo curvò.


Ne la lotta fra l’essere ed il fato
(lotta che affrange e doma),
un pino stento che gli stava a lato,
nei pigri rami gl’impigliò la chioma


e l’avvinse così, che il giovin fusto
(come chi d’anni carco
già sente il gel de l’orizzonte angusto),
si venia ripiegando a mo’ d’un arco.


Le fronde, avvezze a dominar l’azzurro
splendor del firmamento,
avvezze a ricambiar d’un pio sussurro
degli augelletti garruli il concento;


fra gli artigli sottili ond’eran presi
giacean lambendo il suolo,
da mortale languore ahimè già offese....
Ma a tempo se n’avvide il boscaiuolo,


che, in pochi colpi della pronta accetta,
tagliò l’inutil pino.
Disciolto allora da l’infida stretta
che mal suo grado lo tenea reclino;


il giovinetto frassino risorse
(obliando l’assalto
che tanto danno in suo furor gli porse)
verso l’aperta libertà d’in alto.


Corse un brivido lungo di speranza
tra i flessuosi rami;
gli ospiti alati in suono d’esultanza,
si scambiarono i soliti richiami.


E, ritornando ai baci de la brezza
ed a l’amor del sole,
beati ancora ne la sana ebbrezza
di chi intende la vita e sogna e vuole;


l’albero ricantò l’inno a la speme
ed alla libertà;
l’inno che eterno si diffonde e freme,
per ogni creatura in ogni età...


Che è mai l’amore se infecondo e schiavo,
non sa mirar sublime?
e la vita, che è mai se un giogo ignavo
di passioni misere l’opprime?....


Meglio, oh meglio cader per l’affilata
scure del boscaiuolo,
che languir facil preda inonorata,
d’un vil che seco ci tien proni al suolo.

Maria Motta.

Maestra Cieca.




Il libro più bello, più completo, più divertente che possiate regalare è l’Enciclopedia dei Ragazzi.


Giornalisti Missionari

Dev’essere una gran brava persona quel sig. C. I. D. che ha scritto il bellissimo articolo «Per l’igiene del giornalismo», come una gran brava persona è assolutamente il comm. Ghelli che la pubblicò il 15 settembre scorso nel giornale fiorentino a «La Nazione» da lui così degnamente diretto! Ed ogni persona che abbia un po’ di buon senso e l’abbia letto, dev’avere applaudito. Primissimi tra tutti, i signori Giornalisti i quali certamente son tutte persone di buon senso, e devono essere ritenuti tali perchè non si può supporre che chi governa il mondo come Quarto Potere, debba mancare di quel buon senso che anche da solo, senza l’aiuto del genio, rarissimo sempre ma specialmente negli uomini che hanno in mano un potere qualunque, potrebbe bastare a governare bene questo mondo birbone. Di certo dunque anche i signori Giornalisti avranno detto bravo! all’Articolista. In quanto poi al metter in pratica i suoi saggi consigli.... è un altro paio di maniche.

La questione della Cronaca del male è stata portata in ballo tante volte, che ormai, visto il nessun resultato che se ne ricava, si può dire che è venuta a noi come la questione di Giovanni Orth e quella di Miss Elkins, da cui finalmente pare che la misericordia di Dio e un po’ di questo non mai abbastanza lodato buon senso in altissime sfere ci abbia liberati per sempre.

Chi non ricorda il famoso Referendum sul Giornale d’Italia? Tutti gli onesti, e si lessero allora i più autorevoli nomi, deplorarono il sistema dei resoconti giudiziari, della cronaca lubrica o cinica dei delitti e dei suicidi. Ebbene il giornalismo se ne rise di quella deplorazione, come.... certi uomini politici se ne ridono di certe altre! Continuò a imbrandirci a tutto pasto i più schifosi particolari per soddisfare le più malsane curiosità, più bassi istinti, pago, beato lui! di contentare la canaglia, non importa se sporca e malvestita o profumata ed elegante. I più reputati giornali, e coscienziosamente bisogna dire che neppure i giornali di parte francamente cattolica se ne astengono, per quanto non scendano a delle lubriche espressioni, possono, in quei dati casi, aspirare all’onore d’esser letti nei postriboli, ai frequentatori dei quali si fanno anche spesso, con lo sminuzzare le circostanze più ributtanti, maestri d’accortezza, di furberia nei delitti più atroci.

Che importa tutto questo? i soldini piovono, si convertono in oro; e l’oro, lo diceva anche Vespasiano imperatore, non ha cattivi odori: venga dal lupanare o dal palazzo è sempre il benvenuto.

Perchè di qui non se n’esce, mi pare; o la cronaca schifosa si fa per amore del soldino o per la mania di sguazzare nel fango: nell’un caso o nell’altro c’è poco da andarne superbi, mi sembra. Esclusi questi due casi, rimarrebbe solo quello del proposito deliberato, voluto, di corrompere gli animi, il che, del resto, io escludo a priori assolutamente e sinceramente. So che nel giornalismo militano molte oneste persone; e lo dico con cognizione di causa, perchè io stesso ho fatto parte della redazione di alcuni giornali, e non degli ultimi