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vennero portate a Costantinopoli sotto Teodosio il giovane (408), indi a Roma sotto Papa Pelagio II che le fece collocare nella Basilica di S. Lorenzo.

Questa semplice cronaca delle vicende delle reliquie di S. Stefano mi spiegò la ragione del ricorso del popolo di Vedano di cui sopra è parola, e per me fu spiegazione esauriente.

Educazione ed Istruzione


La Tripolitania e la Cirenaica

Il clima della Tripolitania, considerata nel suo insieme amministrativo, è il sahariano, caldo ed asciutto, salvo nelle oasi, dove, di solito, è caldo umido e perciò malsano. Sul litorale è temperato dalle influenze marittime anche del suolo, e ciò specialmente nella Cirenaica. La piovosità diminuisce con l’altitudine. Rare e scarse sul litorale, le pioggie sono più abbondanti sugli orli settentrionali degli altipiani e riempiono di frequente i nadi fino al mare. Nell’estate una benefica influenza viene a temperare gli ardori del caldo, e questa è esercitata dalle brezze marine e terrestri; venti colà dominanti sono il «Ghibli», che spira dal deserto, ed il «Gherra», che spira da nord-est nei primi tre mesi dell’anno, ed apporta temporali e burrasche.

Le notizie che si hanno sulla flora della Tripolitania sono raccolte nell’opera del Durand e Barratte. La Tripolitania propriamente detta comprende fino ad ora 606 specie e varietà, oltre a r3 specie e varietà speciali; la Cirenaica 755 specie e varietà, oltre 47 specie e varietà speciali; la Marmarica turca 302 specie e 4 specie e varietà endemiche; il Fezzan 98 specie e varietà, le oasi di Kufra 14, le oasi di Anzila 20. In generale le oasi hanno una flora molto povera. Non sarebbe difficile provare che la flora della Tripolitania va distinta in due grandi regioni: la mediterranea che si estende dal litorale fino all’altipiano, e la sahariana che comprende l’interno, cioè il gran deserto libico, il Sahara le oasi. La flora tripolitana mediterranea ha sostanzialmente i caratteri di quella del mezzogiorno di Europa particolarmente dell’Italia meridionale, della Sicilia, della Grecia, di Creta; sotto questo rapporto, la flora tripolina mediterranea si può considerare come l’anello di congiunzione fra il bacino del Mediterraneo e il deserto. La flora sahariana è povera ed ha i caratteri della flora desertica. La ricchezza di questa flora sta tutta nella palma datterifera, che si coltiva nelle oasi che è senza dubbio la pianta più bella, più utile e più diffusa dell’Africa settentrionale. Il numero dei palmeti è grandissimo entro i confini della Tripolitania venne calcolato sopra dati del governo ottomano, il quale trae da essi un’imposta speciale: la statistica ufficiale porta a due milioni le palme datterifere dell’intera regione.

Popolazione e lingua.

La popolazione della Tripolitania è rappresentata principalmente da Berberi e Arabi: i primi originari del paese, gli altri venuti per invasione. Vanno aggiunti a questi due tipi gli Ebrei, che si trovano nei centri ed i Negri provenienti dal Sedan e dall’Aussa. Le tre razze, Berbera, Araba e Negra si sono da tempo cosi mescolate per gli incroci che riesce difficile riscontrare tipi puri in qualunque parte del paese. I tratti fisici, come il colorito bronzino, i capelli neri e ricciuti, il corpo magro e sottile sono comuni ai tre tipi suddetti e le differenze morali che li potrebbero meglio distinguere da quelle fisiche non appariscono facilmente. In generale gli Arabi abitano le pianure, i Berberi gli altipiani e le oasi (in queste essi hanno meglio conservato alcuni dei caratteri fondamentali della razza) e i Negri in villaggi di capanne presso le città, secondo gli usi primitivi. Dopo vengono gli Ebrei, i quali erano un tempo in prevalenza nel paese. Oggi, pur essendo in minoranza, essi formano una quantità importante per l’influenza che esercitano nel commercio.

Altro elemento importante della popolazione è il Turco, che è composto esclusivamente da funzionari civili e militari e da soldati. Vengono finalmente gli europei in numero da tre a quattromila, per la maggior parte italiani di Malta e del Regno, ai quali seguono per numero i greci e quindi le altre nazionalità. La popolazione della Tripolitania (comprese la Cirenaica e le oasi) non è mai stata censita dal governo. Secondo i calcoli più approssimativi essa non sembra superare molto il milione di individui, e cioè 700 mila per la Tripolitania propriamenie detta e il Fezzan, e 302 mila per la Cirenaica. Le colonie estere erano rappresentate nel 1910 dalle seguenti cifre: sudditi inglesi (compresi 1900 maltesi che parlano l’italiano) 2350, italiani 639 (dei quali 512 in Tripoli, 22 a Homs, 2 a Misrata, 100 a Bengasi, 5 a Derna), francesi 580, spagnuoli 100, olandesi 79, austriaci 44, ellenici 55, tedeschi 1.

La lingua comunemente parlata in Tripolitania è l’araba. In alcune regioni si parla un misto di arabo e di berbero detto scelha; a Ghadames si parla un dialetto berbero puro; i Libî della Cirenaica parlano l’arabo puro dell’Arabia. La lingua ufficiale è la turca, ma essa non è conosciuta mediocremente che nelle città per i rapporti dei dominatori con gl’indigeni. Fra le lingue europee la più diffusa è l’italiana, che sì può dire in generale la lingua del commercio marittimo, come l’araba è la lingua del commercio con l’interno.

La religione dominante in Tripolitania è la musulmana, di rito malexita per gli indigeni ed hanefita per i turchi. Il capo del culto è il mufti, e presidente del tribunale religioso è il cadi: ambedue sono nominati da Costantinopoli, il primo a vita e il secondo per un periodo di trenta mesi. Vengono quindi l’ebraica, professata da circa dodicimila persone che vivono sotto il governo di un rabbino maggiore riconosciuto per autorità suprema dagli ebrei. La religione cristiana è rappresentata da cattolici amministrati da una Missione dell’Ordine dei Minori Osservanti: quindi da Greci ortodossi, dipendenti spiritualmente nella loro qualità di