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398 il buon cuore

ECHI DI LOURDES


(Continuazione e fine).


«Ah! senza dubbio; ed è una consolazione immensa per noi poveri peccatori: Dio non sdegna i fiori meschini, scoloriti e mezzo sciupati, ma su cui scorge in sembianza di lucenti perle, la divina rugiada del pentimento. Ei non nega di prodigare i suoi sorrisi e le ineffabili sue carezze all’anima che fu peccatrice e colpevole, dal momento che è purificata dalle lacrime della penitenza. Con qual gioia Egli apre il suo cuore ed il suo bel cielo a milioni di peccatori anche se riconciliati con Lui soltanto all’ultimo minuto di loro vita! Resta però sempre che in queste anime il peccato l’ha fatta da padrone e vi ebbe il suo trono. Resta che, Iddio essendo santo, queste anime contaminate si trovavano separate da Lui da una distanza infinita.

«L’abisso venne colmato dalla misericordia, la macchia disparve, la distanza venne soppressa, lo veggo bene; ma il fatto rimane indistruttibile che nel tale o tale altro momento queste anime erano lontane da Dio, spiaceano a Dio, e più o meno erano nemiche di Dio.

«Ora, per quanto Iddio le possa amare infinitamente le ricolmi di delizie eterne, chi oserà dire che tali anime bastino ad accontentare il suo amore, che la sua legittima ambizione non si eleva di più, non va più lontano? No, no; Dio è troppo preso della purità. Oso dire che gli mancherebbe qualche cosa fra la stirpe umana se, chiedendo a tutti gli orizzonti del tempo e dello spazio, non riuscisse, esaurendo tutta la sua potenza, a trovare una creatura umana stata sempre e totalmente pura, santa ed immacolata. Gli occorrerebbe trovarla, sia per l’onore del suo divin Figlio deciso di incarnarsi tra i figli di Adamo, sia alla gioia del suo cuore di Padre e di Creatore.

«Dov’è adunque l’anima che fu sempre posseduta da Dio, sempre fedele a Dio, tutta santa, vagheggiata eternamente negli eterni consigli di Lui? Dio l’aspetta con una specie di divina impazienza. Dal fondo della sua immobile eternità, vede passargli innanzi e spiegarsi i fiotti incalzantisi del torrente dell’umanità. Finalmente eccola la creatura benedetta fra tutte: La Vergine Immacolata si avanza! Con che bellezza incede! E Dio l’avvolge nei suoi sguardi e fa scoppiare la sua gioia in questo grido d’entusiasmo: Tutta bella tu sei, mia amica, e macchia nessuna si trova in te! Sei tutta bella, o mia creatura di predilezione, e neppur l’ombra della macchia più vanescente ti fa torto. Tu almeno sei tutta, tutta mia! Io non veggo un solo tratto del tuo viso che non derivi dalla mia bellezza, neppure una fibra del tuo cuore che non canti il mio amore, non un istante dalla tua vita che non splenda della luce della mia santità! Tu sei mia immagine fedele, e ti amo più che tutte le cose uscite dalle mie mani. Tu sola mi arrecherai questa gioia squisita che invano io cercavo tra i figli di Adamo. Sei tutta bella.

«Ed il Signore, rapito del suo capolavoro, non si tien pago di arrestare sulla Vergine Immacolata i suoi
più teneri sguardi, firmabo super te oculos meos, di chinarsi per raccogliere ogni sua parola, sonet vox tua in auribus meis! Egli ordina ai profeti ed a tutti i Vati ispirati della sua Chiesa: «Annunciate a tutti i secoli che Maria è più splendente del sole, più soave della rosa di Gerico, più olezzante dei mirteti del Saron, più graziosa delle palme di Cades, più maestosa dei cedri del Libano...».

«Ed ecco che il più sfolgorante degli Arcangeli reca alla terra il messaggio del cielo: Ave gratia piena, Dominus tecum. Il Verbo può scendere fra noi... Ei sa dove trovare un tabernacolo degno di accoglierlo. La redenzione del mondo sta per realizzarsi. Ecco Colei che sarà per schiacciare il capo del nemico infernale: Non avrà il mio nemico onde rallegrarsi di me!

«Ma, fratelli, sappiamo comprendere la lezione e gli insegnamenti che la Vergine Immacolata non cessa di dare al mondo anche solo col nome che prese a preferenza d’ogni altro. Non stiam contenti di ammirare, di far plauso alla sua incomparabile purità. Amiamo la purità anche in noi. Per conservarla o riacquistarla, non indietreggiamo davanti ai più generosi sacrifici. La prima grazia da implorare e sollecitare, sia l’orrore del male: Vitam praesta puram! E diciamo noi pure una buona volta: Io non voglio che il nemico impuro riporti su di me il menomo trionfo. Non avrà il mio nemico onde rallegrarsi di me. Colla preghiera e la penitenza, congiunte con una filiale, profonda e costante divozione a Maria Immacolata, sappiamo liberarci dal giogo vergognoso, spezzare le catene della schiavitù, al fine di stabilire nelle anime nostre la valorosa pace la santa libertà dei figli di Dio.

«E poichè a Colei che ha vinto Satana — Satana che pure tuttodì muove apertamente guerra alla Chiesa di Cristo ed alla figlia primogenita della Chiesa — piacque di stabilirsi in permanenza sul suolo della Francia, noi nè vogliamo, nè dobbiamo, nè possiamo disperare dell’esito finale di questa lunga ed accanita battaglia.

«Lo so che il nemico riporta a quest’ora dei trionfi che getterebbero la costernazione nel cielo, se il cielo potesse piangere, dei trionfi che fanno gioire tutti i campioni dell’inferno. A che pro’ mettere sotto i vostri occhi, pure in compendio, le rovine e le distruzioni sacrileghe operate attorno a noi? Si può stupirsi che taluno profetizzi la fine della Francia, destinata, a loro dire, a perire o di guerra civile o di guerra con nemici esterni? Ma no, non è la fine della Francia. Non crederò mai che Maria sia venuta a calcare a diverse riprese il suolo nazionale per segnarvi la località di un cimitero. E se Dio volesse farla finita con questo paese, piuttosto invierebbe contro di noi degli Angeli armati del brando sterminatore, ma non sua Madre bianca e azzurra con dei sorrisi e leggiadre grazie infinite. No, non è per recarci soltanto l’illusione della speranza e della salute che Maria venne a piangere tra le nostre Alpi, fra i nostri Pirenei.

«Ella ha voluto aprire qui — è già stato detto — una scuola di preghiera, di purità, di misericordia, di fede di speranza. È qui che cominciano a formarsi le selezioni di cattolici generosi, speranza delle generazioni