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154 IL BUON CUORE


tori quelle cifre, che il Segretariato regolarmente registra, perchè sono tali da far pensare seriamente; esse indicano purtroppo che non sono tutti vantaggi che l’emigrazione porta al paese ed agli stessi emigranti; poichè numerosi sono coloro che rimpatriarlo in condizioni talvolta disastrose, sovente incomparabilmente peggiori di quando partirono: e non sono solamente gli inetti ad affrontare le difficoltà del vivere in paese inospite, dove manchi l’aiuto ed il conforto di una civile convivenza, e dove l’uomo deve saper bastare a se stesso, ma sono spesso anche uomini validissimi di animo e di corpo, che climi micidiali hanno miseramente rovinati insieme alle loro famiglie, e bravi lavoratori, cui le vicende economiche avverse hanno perseguitato ed immeritamente abbattuto. Perchè se il far fortuna in America non è mai stato facile, ora va divenendo in tante parti una cosa sempre più difficile, a mano a mano che l’aumentare della popolazione avvicina le condizioni di quei paesi ai nostri; e tanto più se, come vediamo accadere sovente, sistemi economico-politici non buoni, od altre cause, provocano crisi agricole od industriali. Esaminando infatti i prospetti, del numero di indigenti rimpatrianti, secondo i paesi di provenienza, anche solo degli ultimi due anni, facilmente si vede come le cifre aumentano fortemente per i provenienti da alcuni Stati, in certi periodi in cui quelli andarono soggetti a crisi economiche.

Non è a dire le misere condizioni in cui giungono al porto di Genova tante famiglie rimpatrianti; senza un soldo in tasca, sporchi, laceri da far pietà: ed allora il Segretariato, coi sussidii del R. Commissariato dell’emigrazione, procura loro alloggio e vitto per il breve tempo che essi rastano in Genova, chè altrimenti si vedrebbero aggirarsi, affamati ed incapaci di provvedere a sè medesimi sulle banchine del porto; col suo guardaroba continuamente rifornito dallo zelo e dalla carità delle patronesse del Patronato, procura il vestito ai più bisognosi, specialmente ai vecchi, alle donne e ai bambini, li aiuta nelle pratiche pel ritorno al loro paese.

Accade inoltre spessissimo che molti emigranti, cui per mancanza assoluta di denaro, la R. Questura procura il ritorno gratuito fino al paese, non abbiano modo di portar seco e spedire il bagaglio degli avanzi dei loro poveri cenci; ed il Segretariato provvede a far trasportare quei bagagli dal porto alla ferrovia, colla spesa più mite che sia possibile, e ne cura la spedizione. Tale spedizione viene fatta contro assegno, dandone avviso al Comune cui appartiene l’emigrante; ma avviene sovente che, non avendo il Comune possibilità di sopperire a quei pagamenti, anche quegli ultimi avanzi di un triste passato sono messi all’asta e perduti dal rimpatriante povero. E d’altra parte al Segretariato occorrerebbero mezzi di gran lunga maggiori di quelli fornitigli dal R. Commissariato dell’emigrazione, per poter pagare il prezzo di tutte le spedizioni che esso fa. Molti di simili fattispecie potremmo ricordare, i quali dimostrano quanto vi sarebbe ancora da fare, e quante miserie restino pur sempre da soccorrere.

Il sollevare in questo ed in mille altri modi tante
miserie, evitando penosi inconvenienti e spettacoli poco decorosi anche per il nostro paese, è ciò che ha fatto e continua a fare e farà con efficacia sempre maggiore il Segretariato del porto di Genova.

Ma ora che esso è entrato negli ingranaggi dell’Italica Gens, incomincierà a svolgere, oltre quell’assistenza locale, un’azione ben più importante, relativamente agli scopi più essenziali della Federazione, e cioè azione di direzione dell’emigrazione e di cooperazione alla sua conservazione nazionale. Anche da questo punto di vista quel segretariato avrà certamente considerevole importanza, poichè a Genova affluiscono, come è noto, le nostre maggiori correnti emigratorie, e sarà quindi ad esso possibile, specialmente mediante la corrispondenza coi Segretariati ed aderenti d’Italia e d’America, portare fra gli emigranti un contributo notevole di informazioni e dì consigli, che valgano a guidarli secondo gli intendimenti nazionali e sociali della Italica Gens, contribuendo ad impedire che tanta parte dei nostri emigranti vadano alla ventura, e si sparpaglino in mezzo a popolazioni straniere, perdendo il loro carattere di italiano, la loro lingua, la loro fede e le altre virtù.

La Mónega de l'Ospedaa

Col só faccin smortin e profilaa;
Col só parlà grazios che la te incanta;
Lee, tutt el dì, la truscia all’Ospedaa,
Intenta a ona mission quanto mai santa.


In mezz a ona caterva d’ammalaa,
Che piangien e doloren, lee, intratanta,
Con frasett de coraee e de pietaa,
La ghe solleva l’anima de pianta.


Angiol de pâs, d’amôr e de confort,
La côr al lett di poer malaa morent,
Per rendegh men penôs el pont de mort.


Lee, inscì modesta, che la par.... nïent,
La gh’a tant merit vers l’umanitaa,
De vess degna de fagh.... on monument.

Federico Bussi.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


SOCI AZIONISTI.

Signora Sofia Calderoni |||
 L. 15 ―
» Sofia Galli |||
   » 5 ―
» Alba Calderoni |||
   » 5 ―
Nob. Guido Cagnola |||
   » 5 ―


La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.