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IL BUON CUORE 181


rispettati nelle loro credenze. La Commissione centrale di soccorso ha poi deliberato di trovare una occupazione a tutti i giovanetti bisognosi di età superiore ai 12 anni.

Circa il numero dei giovanetti bisognosi non è possibile fare un calcolo esatto.

La prima volta che don Conelli parlò al conte Gallina si compilò una lista di 84 bisognosi: il giorno dopo l’elenco era salito ad oltre 250. Se a costoro si aggiungono i bisognosi degli ultimi arrivi di profughi e l’incognita dell’espulsione da Costantinopoli, ancor meglio si comprende come non sia possibile far previsioni.

Non è arrischiato dire che a tutt’oggi a più di trecento piccoli espulsi verrà dato ricovero dai padri Salesiani!

Il collocamento effettivo non può effettuarsi con rapidità fulminea; perchè anche nel compiere quest’opera di carità, bisogna salvare le ragioni del cuore, e nulla riesce più doloroso alle famiglie profughe che la separazione dài figliuoli, sebbene ne veggano tutto il vantaggio.

Dapprincipio si pensava di destinar loro appositi istituti dove potessero essere raggruppati per età e per capacità; ma stante l’anno scolastico inoltrato, si pensò provvisoriamente di distribuirli un po’ per ciascuno dei collegi. Alla fine di giugno, quando i convitti pensionati rimarranno liberi, si tornerà, probabilmente, al primo progetto. Per intanto si stabilì solo di radunare i più piccini a Genzano, presso Roma, ed a collocarne un altro gruppo di circa 30 a Torino, all’Istituto del Martinetto, dove quel direttore, sac. prof. Signoretti, sta già allestendo tutto il necessario. Intanto don Conelli trovasi a Napoli per assistere alla scelta dei piccoli profughi, ed i direttori dei collegi Salesiani d’Italia furono già avvertiti di tenersi pronti perché gli arrivi saranno imminenti. I gruppi principali saranno accompagnati da un incaricato della Commissione centrale di soccorso e da un salesiano.

Siamo intanto autorizzati a pubblicare che oggi sono già cominciati i primi collocamenti e che la pia e patriottica idea è già in piena realizzazione, così che a questi reverendi e buoni padri, che tante benemerenze si sono acquistate verso il Paese, l’Italia deve una nuova gratitudine per un’opera altamente umanitaria e singolarmente civile in questa triste contingenza, benemerenze del resto che sono un naturale corollario di quello che i Salesiani si aggiudicavano nel 1854 raccogliendo gli orfani dei colerosi di Torino, nel 1865 raccogliendo 60 orfani di colerosi di Ancona, nel 1887 aprendo le porte dei loro istituti ai figli delle vittime del terremoto di Liguria e nel 1905 e 1908 similmente per quelli dell’immane catastrofe calabro-sicula.

Ecco una nuova ragione perché i benefattori della pia opera di Don Bosco si stringano ancor più intorno ai Salesiani e siano prodighi di offerte e di incoraggiamenti.



Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.

Missione dell’Eritrea

Continuamente dall’Eritrea pervengono appelli in favore di quella missione. Mons. Camillo Carrara, Vic. Ap., si trova in mezzo alle più terribili angustie nel vedere il protestantesimo e l’islamismo invadere l’Eritrea. Ma ben poco egli può essendo sfortito di mezzi. La sua idea sarebbe quella di fondare nei centri più grossi delle scuole d’ambo i sessi, delle case di lavoro.

Il cuor nostro non può rimanere indifferente. Laggiù la patria nostra ha avuto il principio della sua gloria; e i popoli dell’Eritrea si sentono invasi da un vero amore all’Italia. Ne hanno dato splendida prova gli ascari dell’eritrea. Essi hanno risposto con entusiasmo all’appello loro fatto di venire in aiuto dell’Italia sui campi della Libia. Chi li ha visti nella Tripolitania ed altrove lo può attestare. Pieni di entusiasmo per l’Italia sui campi delle nuove conquistate provincie, hanno giurato di render grande il nome italiano e di far amare ovunque l’Italia. Davanti ad esseri che volontieri spargono il loro sangue per la gloria nostra, non possiamo rimanere indifferenti. La riconoscenza è un dovere sacrosanto per noi, e solo potremo manifestarla col venire in aiuto della Colonia Eritrea; il nostro aiuto preparerà altri generosi, che disprezzando la loro vita, ben volontieri si sacrificheranno per la nostra Italia.

Per questo i PP. Cappuccini di Viale Monforte stanno preparando un Comitato permanente che abbia a prestarsi in favore di tutta la Missione.

Religione


Vangelo della domenica seconda dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

Essendo Gesù a mensa nella casa di Levi, ecco che, venutivi molti pubblicani e peccatori, si misero a tavola con Lui e co’ suoi discepoli. E i Farisei, vedendo ciò, dicevano ai discepoli di Lui: perché mai il vostro Maestro mangia coi pubblicani e coi peccatori? Ma Gesù ciò udendo, disse loro: Non è ai sani che il medico faccia di bisogno, ma agli ammalati! Ma andate imparate ciò che vuol dire: Io amo meglio la misericordia che il sacrificio: imperocchè io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. Allora si accostarono a Lui i discepoli di Giovanni, dicendo: Per qual motivo noi e i Farisei digiuniamo frequentemente, i tuoi discepoli non digiunano? E Gesù disse loro: Possono forse i compagni dello sposo essere in lutto, fintantoché lo sposo è con essi? Ma verranno i giorni che sarà loro tolto lo sposo, e allora digiuneranno.

S. GIOVANNI, Cap. 9.


Pensieri.

Abbiamo in questo passo evangelico manifesta la missione di Gesù ed insieme la risposta alle possibili obbiezioni del mondo alla nostra azione religiosa.