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IL BUON CUORE 197


surrezione, come quella che venne fondata dal sacerdote Cesare Bresciani nel 1842.

Come dicemmo, i PP. Camilliani sono nostri vecchi amici dell’ora più critica. Istituiti da S. Camillo de Lellis (nato a Bucchianico «Chieti» nel 1550) col consiglio e favore di S. Filippo Neri, da Roma passarono presto a Milano inviativi dello stesso Fondatore che indi a non molto li raggiungeva, venendovi egli in persona.

«Con santa simplicità e modestia — narra Domenico Regi nelle «Memorie Istoriche» di questa sua Religione — si insinuarono così da sè a consolare, ed a servire i molti Infermi, che sempre in quello Spedale Maggiore si trovano, senza ombra veruna d’interesse, rifacendone i letti, aiutandoli a ben morire, pregando per essi, ed in quello tutto che vedevano poterli giovare; ciò finito, si ritiravano fuori all’albergo, dove si reficiavano essi e riposavano alquanto. Questo loro pro. cedere, ed ogni altro loro buon esempio che vennero a dare, ben presto colla edificazione tirando gli occhi a sè, ne guadagnò l’affetto dei Signori Deputati i quali, conoscendo molto profiquo alle anime ed al servizio degli Infermi il ministerio di questi Padri, vollero ad ogni modo che si trasferissero a stanziare continuamente nel detto sacro loco in comodo appartamento.

Ed acciocchè non avessero occasione di distraersi dal ministrare ai poveri con dover andar mendicando il vitto per sostentarsi, detti Signori quotidianamente cominciarono a dare le sufficienti limosine al loro mantenimento. Indi a poco vennero pur benignamente accolti e canonicamente ricevuti in questo primario Arcivescovado d’Italia dal degnissimo successore del Cardinale S. Carlo Borromeo, Monsignor Gasparo Visconti, ed allora (verso il 1594) fu assegnata una piccola Chiesa ai Padri in Porta Vercellina per quelli che non stanziavano nello Spedale, acciocchè ivi uffiziando, potessero poi accorrere a raccomandare al Signore le anime dei fedeli agonizzanti, dove fu lasciato dal Ven. P. Fondatore il P. Francesco Antonio Nigli. Fu pertanto a questi Padri assegnata la Chiesa di S. Maria Annunziata posta in Porta Vercellina sopra la piazza Borromea, contigua alla Chiesa Parrocchiale, ora Collegiata di S. Maria Podone.

Fu pure data loro in possesso un’altra assai comoda casa dall’altro lato della strada dai Deputati dello Spedale per benemerenze di assistenza agli ammalati. Dal Card. Federico Borromeo avocato a sè l’uso della Chiesa dell’Annunziata, i Camilliani si trasferirono nell’altra casa oltre la strada, ed avendovi disposta una assai ampia stanza ad uso Oratorio, vi si posero ad uffiziare. Fecero poi istanza presso Urbano VIII, a mezzo del nipote Card. Francesco Barberino, per aprire una Chiesa pubblica in Milano, che finirono di aprire in Via Durini, presso il palazzo ivi compratovi per 60.000 lire. Si amplificò alquanto la detta Chiesa. Nella peste del 1630 servirono gli appestati nel Laziaretto e a domicilio. Dopo quest’epoca si ritirarono dall’Ospedale essendo entrati invece loro i Cappuccini. Nel 1708 cominciarono a far alzare una nuova Chiesa per sostituire l’antica troppo angusta; assai vasta, di forma ovale con facciata a mattone scoperto, l’attuale Chiesa
dei Crociferi, con pitture del Maggi nel centro della volta»1. Ma anche di qui, come sopra si è detto, sloggiarono nel 1799 per restare assenti da Milano fino al 1895.

Ma dacchè tornarono fra noi, or fa diciasette anni, i PP. Camilliani poterono talmente affermarsi che una statistica dello scorso anno ci dà: 820 assistenze a domicilio giorno e notte; 1100 assistenze notturne; 540 assistenze diurne; e 150 assistenze con Messa nella stanza degli infermi celebrata da sacerdoti membri dell’Ordine per il raro privilegio dell’Altare portatile concesso loro da Pio X nel 1905. Poterono talmente affermarsi da sentire imperioso il bisogno di lasciare la Cappella pubblica annessa alla loro casa in via Boscovich, 25, ed erigere la Chiesa ampia, artistica e pubblica che verrà inaugurata il mese venturo.

Questa Chiesa, incominciata nel 1900 dal benemerito Superiore d’allora P. Matteo Sommavilla, è su disegno dell’ormai distinto architetto Spirito Maria Chiappetta (ma ostinato a tenersi rigido in una modestia troppo timida, quasi di fanciulla! — è la collera dell’amicizia dell’amore che mi fa parlare). Esso già si era attirato entusiastica ammirazione colla sua Cappella dell’Istituto Grimm in stile gotico, tutta un magico ricamo, un merletto di fata, tanto in armonia coll’elemento gentile che la possiede.

Della Chiesa dei PP. Camilliani erano stati preparati, da diversi architetti, tre progetti, e sottoposti a Pio X; che personalmente fece cadere le sue preferenze su quello dell’architetto Chiappetta, raccomandandolo, benedicendolo con speciale effusione.

È in stile gotico, ma lavorato colla genialità italiana, col segreto eccezionalissimo che il Chiappetta possiede nel trattare questo genere di stile architettonico.

Ed è presto detto in che consiste: nel dare cioè il massimo di eleganza, di slancio, di leggerezza, di sfogo, di vaporosità trasparente ad una costruzione che per se stessa è cupa, pesante, parlante un misticismo che schiaccia.

Per quanto le finestre debbano essere chiuse da invetriate a colori rappresentanti un esercito di santi che concorreranno a popolare quel sacro ambiente insieme alle 2500 persone di cui è capace, tuttavia, sono e così numerose e tanto slanciate ed esili, in una gara di fuga verso il cielo assieme ai pilastri a fascio, tutto un miracolo di sottigliezza da dare un senso di vertigine di paura. I capitelli del doppio colonnato sostenente i matronei, le balaustre che proteggono, e l’ornamentazione a svolazzi di fantasia complessa, esuberante che appare nel vano d’ogni arco acuto, le ardite nervature della volta, che dal centro si slanciano in fuga fino alla sua estremità, sono quanto di più ricco, di più fantasioso ed elegante e leggero può darsi in fatto di tali elementi architettonici. C’è da trattenere il respiro per contemplare e bearsi in tante forme di bellezza. È facile rilevare che una mano appassionata di artista vi vegliò

  1. V. Memorie Storiche dei Camilliani del P. Domenico Regi. V. pure F. Valente: I. PP. Camilliani a Milano e M. Endrizzi: Memorie edificanti dei PP. Camilliani in Milano.