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IL BUON CUORE 203


e che conterrà 66 casette, a doppia serie, divise da un corridoio. In tal modo si è provveduto alla libera circolazione dell’aria, ed inoltre, formando le costruzioni un gran cerchio, si è posta nel centro la cappella, il laboratorio, la sala dell’infermeria ecc. Già esistono 26 casette ed ogni settimana se ne aggiunge qualcuna.

Una pompa aspirante spinge l’acqua del ruscello Kiboshe-Kikalai fino all’ospedale, ad un’altezza di 50 metri e ad una distanza di 1200. Disgraziatamente le lastre di acciaio del serbatoio sono rimaste per la strada, noli so dove, e nel frattempo, una piroga che ci è causa di molte noie, perchè troppo piccola, ci serve di serbatoio.

Non avendo zinco sufficiente per coprire i tetti, ci limitiamo a coprirne uno su cinque. Gli altri per ora sono coperti di paglia e saranno ultimati più tardi, quando, cioè, lavorerà la nostra segheria e piallatrice, mossa da una dinamo che attiverà una turbina, mercè una caduta d’acqua del Kikalai, di 13 m. di altezza.

Questo, per quanto riguarda il materiale. Ma, mi direte: i malati? Profitteranno dell’aiuto prestato loro? Se veniste quaggiù, ne vedreste 518 già installati nelle casette. Costoro ricevono le cure del caso e pel corpo e per l’anima.

Il dott. Monard lavora da mane a sera e deve esser lieto dei risultati ottenuti e di quelli che otterrà, a stabilimento completo. Da un mese lo coadiuva il P. Collewaert, tornato teste da Leopold ville, ove seguiva corsi pratici di cura della malattia del sonno, dopo aver passato l’anno scorso i suoi esami di medicina tropicale con risultati splendidi. Due Suore di Carità di Gand, munite anch’esse di diploma, passano la giornata curando e consolando vittime sì degne di pietà; un Missionario vi esercita il ministero, dando insegnamenti religiosi, consigli e consolazioni.

Tutta questa gente occorre nutrirla, ed è inutile dire, che passati i pochi giorni di cura con l’atoxil, il loro appetito non ha bisogno di stimolanti. Per le provvisioni, dobbiamo tenere con noi un buon personale, ma non ho risorse tali, che mi permettano provvedermi di tutto l’indispensabile.

Cari benefattori, ecco dunque a che punto trovasi la nostra Opera, la quale a tanti esseri ha procurato la guarigione, ad altri ha evitato l’orrore di morire abbandonati nella steppa. Molti ancora guariranno in seguito, ma in ogni caso, quelli che soccomberanno, voleranno al Cielo, rigenerati nel S. Battesimo. Potete adunque toccare con mano, in qual modo meraviglioso la Provvidenza faccia fruttificare le limosine da voi prodigate per uno scopo sì umanitario e sì santo».

(Corrispondenza Africana).

PENSIERI


Il donare è sempre un dono anche per il donatore!

In noi restano sempre traccie indelebili di quello che facciamo!

F. W. Förster.

La minima vittoria sopra noi stessi ci rende più forti, e la minima concessione ci fa invece più deboli!

F. W. Förster.


Educazione ed Istruzione


La colonizzazione della Patagonia

e l’emigrazione italiana.

L’Argentina vuole colonizzare i suoi territori del Sud. Da qualche tempo il Governo argentino si sforza con ogni suo potere di avviare a quelle regioni gli immigranti che giungono alle rive del Plata; poichè esso sente la necessità di ristabilire un certo equilibrio nella distribuzione della popolazione nella repubblica. I territori Argentini del Sud occupano una superficie di circa 800.000 chilometri quadrati, ed hanno complessivamente poco più di 80.000 abitanti; sono cioè quasi deserti, mentre la sola Buenos Ayres conta 1.300.000 abitanti, circa una quinta parte dell’intera popolazione dell’Argentina. Questo squilibrio è tanto più dannoso e pericoloso per un paese come l’Argentina, che trae quasi la totalità delle sue risorse dall’agricoltura, ed in cui l’industria è finora pochissimo sviluppata; essendo notorio che, per la massima parte dei prodotti industriali, quella Repubblica è tributaria dell’estero.

Tale situazione, che apparisce chiara anche a chi sia profano in materie economico-politiche, ha dunque spinto il Governo argentino a prendere dei provvedimenti al riguardo. I provvedimenti presi sono di due ordini: alcuni diretti a preparare con lavori stradali ed idraulici i territori del Sud, per renderli più facilmente accessibili agli immigranti e meglio idonei alla agricoltura ed alla vita di colonie, e questi già da alcuni anni si stanno elaborando: altri di carattere più immediato, di recentissima attuazione, e consistenti essenzialmente in grandi agevolazioni di viaggio ai coloni che si rechino in quelle regioni.

Vedremo ora in qual misura e con quale efficacia tale azione attualmente si svolga.

Dell’immensa superficie dei territori del Sud della Repubblica Argentina, che costituiscono la Patagonia, solamente una parte relativamente piccola si presta alla colonizzazione agricola. La massima parte di essi avrà sempre carattere prevalentemente pastorizio, poichè, per la sua situazione fra i 38° ed 54° di latitudine, il clima vi è freddo, e va divenendo sempre più rigido a mano a mano che ci si avvicina alla Terra del Fuoco. I due territori nei quali solamente può svilupparsi l’agricoltura, sono il Neuquen ed il Rio Negro; il primo, compreso fra il 36° ed il 41° di latitudine, situato all’estremo occidente della Repubblica, va fino alla Cordigliera delle Ande, la quale costituisce il suo confine col Chile; esso ha una superficie di 109.703 chilometri quadrati con 26.417 abitanti. Il secondo, compreso fra il 38° ed il 42° di latitudine, si stende dal Neuquen fino all’Atlantico, misura 196.605 chilometri quadrati di superficie e conta 24.350 abitanti. Le due vaste regioni costituiscono il bacino fluviale del Rio Negro, il quale è formato dall’unione dei due fiumi Limay e Neuquen.

I due territori hanno in gran parte caratteri simili. Noi qui parleremo più specialmente del Rio Negro,