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IL BUON CUORE 333


la distruzione di Vienna e del cristianesimo, tutto il popolo, salvatori e salvati, si riversarono nel tempio di S. Stefano per prostrarsi innanzi a Gesù sacramentato, così ora tutti i convenuti gli rendevano omaggio per rinfrancarsi nella fede ed armarsi a combattere valorosamente contro i nemici del cristianesimo.

Nella prima adunanza generale seguirono altri tre discorsi: l’uno del deputato belga Brifaut, che parlò in francese invece del ministro di stato Helleputte, impedito di venire al Congresso, e ricordò «le intime relazioni della Casa di Asburgo colla SS. Eucaristia», di cui è degno rappresentante l’Imperatore Francesco Giuseppe, e fu fedele interprete, nella sua attività politica e sociale, il grande uomo del popolo Carlo Lueger.

Il prof. Mons. Swoboba, dell’Università di Vienna, illustrò il concetto fondamentale del Congresso, commentando il Testamentum Jesu Christi, e dimostrando che la SS. Eucaristia rappresenta il trionfo dell’amore.

Sustersic, capitano provinciale, disse che la storia della Chiesa è la storia dell’Eucaristia, quale compendio di tutta la Religione, dichiarando le ragioni onde essa è per i laici l’arma più potente nella guerra contro i nemici della fede, e affermando che nella lotta per la vera civiltà è lotta per il S. Tabernacolo..

Nella seconda e nella terza adunanza plenaria salì alla tribuna un italiano, il deputato al parlamento austriaco Bugatto di Gradisca, il quale, in un tedesco incensurabile, evocò la memoria della liberazione di Vienna dai Turchi avvenuta 229 anni fa appunto in questo giorno, cioè il 12 settembre 1683, e tesse le lodi del cappuccino P. Marco d’Aviano, grande predicatore, consigliere intimo di Leopoldo I, angelo di consiglio nelle questioni religiose, politiche, diplomatiche, militari; alla cui infiammata parola e apostolica audacia si deve principalmente la salvezza di Vienna e di tutta la cristianità nel 1683.

Dopo un dotto discorso di Mons. Rainer, vicario generale di Milwaukee nell’America del Nord, intorno ai grandi benefizî dei decreti di Pio X per la Comunione frequente e quotidiana e per la Comunione dei fanciulli, — comparve alla tribuna il P. Andlau e prese a svolgere il tema molto simpatico all’udienza: «L’Eucaristia e la Casa d’Austria». Il suo discorso fu un vero trionfo.

Quando il P. Andlau prese a celebrare in forma poetica colla sua voce potente, col suo gesto largo e vibrato, e con caldissima persuasione, le glorie eucaristiche della dinastia absburgica, vi fu un punto in cui l’entusiasmo non ebbe più confini e l’assemblea prorompeva in irrefrenabili acclamazioni ed applausi.

Ricordati gli innumerevoli sacrifizi della Casa d’Austria in quest’anno eucaristico per la glorificazione di Gesù sacramentato, l’oratore esclama: «Ora io voglio qui ringraziarti in nome di tutte le nazioni cattoliche, o Casa d’Absburgo».... «E sopratutto a Te, o amato Imperatore, per ciascun atto eucaristico di tutto il tuo lungo governo, per ogni buon esempio che ci hai dato attraverso la lunga serie delle processioni teoforiche, che hai seguito di anno in anno insieme colla tua se-
renissima Casa fino ad illustrare in questi giorni del Corpus Domini mondiale col più bello dei tuoi atti le tradizioni absburgiche. Oggi, mentre Tu con tutta la tua Casa, coi figli e coi figli dei figli, Ti accostavi alla mensa del Signore, eravamo anche noi genuflessi al banchetto eucaristico e ci sentivamo uniti a Te. Nessun tramonto saluterà così dolcemente la sera della tua vita, o amato Imperatore, come i raggi sereni del Sole Eucaristico, quando, nel giorno del grande omaggio al Divin Sacramento, esso si piegherà in atto di benedire, dinanzi alla soglia della tua reggia, sul tuo capo paterno e su noi tuoi figli, i cui cuori non saranno allora animati che da un sol desiderio: Eucharistia Austriae vita! Rimane, o Casa di Asburgo, quella fulgida stella che brillò fausta sulla tua culla, il tuo asilo, il tuo talismano, il Corpo del Signore! Esso ti conduce anche oggi, attraverso la notte, alla luce e alle vittorie».

Qui la penna non vale a descrivere quel che avvenne. Basti dire che, dopo una lunga ovazione, fu intonato l’inno imperiale cantato da quella immensa moltitudine con un fervore indicibile.

Forse in tutto il tempo del suo lunghissimo governo, Francesco Giuseppe non ebbe mai un simile trionfo!

La seconda adunanza si chiuse col discorso, tenuto dal predicatore del Duomo di Munster, Donders, il quale parlò del pane terreno e del pane celeste, di cui abbisogna l’operaio, dimostrando, con molta efficacia di ragioni e nobiltà di parola, l’azione salutare della SS. Eucaristia per la vera riabilitazione dell’operaio.

Nella terza adunanza solenne del 13 settembre, il primo oratore Mons. Stöber, parroco viennese, commemorò S. Clemente M. Hofbauer, delineando la sua ardente devozione al SS. Sacramento, e l’attività prodigiosa ch’egli svolse, specialmente qui a Vienna, per ristabilirne e propagarne il culto.

«Seguirono i discorsi: l’uno del R. P. Hofmann S. I. sulla Eucaristia e la vita degli ordini religiosi», in cui l’oratore fece un parallelo molto felice sulla vita di nascondimento, di sacrificio, di espiazione, di attività e di benedizione del Divin Redentore, quale modello della vita religiosa.

Il conte Rességuier disse sulla pace pei popoli dinnanzi al Tabernacolo, chiudendo con una affettuosa in. vocazione a Gesù sacramentato per la pace e fratellanza universale.

Il R. P. Krotz O. P. di Berlino, parlò sul rinnovamento del lavoro pastorale, tracciando a grandi linee il disegno d’una organizzazione per la cura d’anime nelle città e nelle campagne, e di una azione concorde del clero:secolare e regolare e del laicato per ricondurre specialmente gli uomini alla chiesa.

Nella solenne adunanza di chiusa, primo a parlare fu il R. P. Kolb S. L, chiamato l’apostolo della stampa, perchè a lui si deve la fondazione e l’incremento del Piusverein. Egli, riassunte brevemente le risoluzioni votate nelle varie adunanze di sessione, conchiuse con