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362 IL BUON CUORE


La piazza presenta un colpo d’occhio magnifico. Ci sono anche qui dei balconi addobbati a lutto: il balcone del «Gabinetto cattolico» si distingue fra tutti; dalle terrazze assistono signori e signore in gran numero.

Il corteo entra in piazza alle 10,35; e primi a comparire sono gli istituti di beneficenza: i «Veggion», i «Martinitt», i sordomuti, una rappresentanza dell’«Istituto dei ciechi», una rappresentanza dell’Ospedale dei bambini, oltre ad altre benefiche istituzioni della nostra città. Poi il Clero; i chierici del Seminario, gli istituti religiosi regolari, i parroci di campagna, i Vicari foranei, il collegio dei parroci urbani ed i capitoli delle basiliche di San Babila, Santo Stefano e Sant’Ambrogio; il r.mo Capitolo Metropolitano. Sei Canonici metropolitani reggono i cordoni al carro funebre.

E’ lo stesso carro di mercoledì sera e lo stesso addobbo: senza fiori, con le insegne vescovili. E’ tirato da quattro cavalli bardati a nero. Precede l’E.mo Cardinale Arcivescovo, in abiti pontificali, violaceo ed oro, seguendo i Vescovi in mitra bianca, giusto il rito. C’è il Vescovo ausiliare Monsignor Mauri, il direttore del Seminario delle missioni estere, mons. Viganò, il Vescovo di Pavia, mons. Ciceri, mons. Origo, mons. Mapelli, mons. Pensa, mons. Castelli, mons. Gaggia, ausiliare del vescovo di Brescia, mons. Padovani, ausiliare del Vescovo di Cremona.

Molti altri vescovi hanno mandato adesioni e si sono fatti rappresentare, tra questi mons. Luigi Bignami arcivescovo di Siracusa, rappresentato da mons. Carlo Gorla canonico penitenziere del Duomo, e mons. Archi di Como rappresentato dall’Arciprete della cattedrale. L’E.mo Cardinale Agliardi scriveva al R.mo Mons. Polvara «Vesta in qualche modo la mia persona che sarà con Lei coll’animo e col vivo desiderio». — L’E.mo Card. Richelmy Arciv. di Torino mandava una rappresentanza da Savigliano e la diocesi di Lugano era rappresentata da Mons. Tartini Vicario Generale.

Subito dietro il carro veniva il gruppo delle rappresentanze e delle autorità. Precedeva la rappresentanza dell’Ordine di Malta col Gran Maestro conte Padulli; poi quella della provincia; e cioè la Deputazione provinciale con a capo il presidente comm. Manusardi accompagnato da quasi tutti i deputati provinciali e dai segretari, e il Consiglio provinciale rappresentato dal vice-presidente on. Meda e dal segretario conte Negroni Prato Morosini, oltre che da parecchi consiglieri provinciali. Seguiva la rappresentanza del Comune con a capo il sindaco Greppi e la Giunta quasi al completo, seguiti da molti consiglieri comunali specialmente del gruppo cattolico. Gli ill.mi sigg. Presidente del Tribunale e Procuratore del Re, il sig. Questore, il sig. Economo Generale dei Benefici Vacanti, l’Avvocato Erariale.

Notato il gruppo brillante e numeroso degli ufficiali in rappresentanza dei comandi di corpo d’armata, di divisione, di brigata e dei varii corpi. Tra le autorità notammo pure gli onorevoli Candiani, Nava e Cameroni e il senatore Gavazzi.

Dopo i parenti di mons. Calabiana venivano le delegazioni delle associazioni cattoliche cittadine, maschili e femminili, le quali erano, come si può bene imaginare, al completo: nè mancavano rappresentanze di associazioni della campagna: in complesso si contavano oltre ottanta tra bandiere e vessilli. Vuol essere notato in particolare l’opera prestata dai soci del Circolo del Sacro Cuore di S. Nazaro che in questa occasione si sono davvero moltiplicati.

Il prefetto senatore Panizzardi, il conte Oldofredi rappresentante la Regina madre, le autorità giudiziarie. con a capo il procuratore generale comm. Nicora e il primo presidente della Corte d’appello comm. Palummo e il generale Di Maio comandante del Corpo d’armata, non presero parte al corteo, ma attendevano la salma in Duomo nei posti per loro appositamente preparati.

Il corteo incede lentamente, a causa dell’affollamento della piazza, mentre la musica del reggimento ha fatto squillare le note funebri, che si riflettono lungamente sulla fronte della cattedrale, e la campana maggiore manda dal suo rifugio un rombo cupo, pieno di melanconia. Fanno servizio anche qui i vigili, carabinieri e guardie di P. S. sotto la direzione di vari funzionari, al comando del commissario cav. Goffredo. L’ordine è stato perfetto.

Il corteo è chiuso dalle carrozze ed automobili delle principali famiglie della città e dopo di esse un drappello di soldati.

Quando il corteo è entrato in Duomo, la piazza si sfolla, anche perchè gran parte del pubblico è riuscita a prender posto in chiesa.


In Duomo.

La decorazione ricca e pur sobria della porta maggiore che incornicia di bianco, di nero e di violetto la epigrafe, è il solo segno di lutto che appaia all’esterno della cattedrale. Nell’interno è stato eretto sullo scurolo di S. Carlo il grande catafalco, una specie di basamento a parecchi ordini, adorno da frangie d’oro e d’argento a cui fanno corona quattro candelabri recanti una selva di candele accese. Intorno al catafalco prestano servizio d’onore i membri dell’Unione giovani e dei principali Circoli popolari cittadini.

E sebbene trattisi di un avvenimento straordinario, la Cattedrale non ha subito un apparato rimarchevole. Meglio così. La maestà della nostra Cattedrale piace, piace ancor più nella severa bellezza della struttura, nel magnifico decoro delle sue linee. Negli intercolumi della navata maggiore stanno ancora le tele della vita di S. Carlo.

Durante l’arrivo del corteo una commissione apposita riceve alla porta d’ingresso le autorità e le accompagna nel coro senatorio. Era pure al suo posto l’amministrazione della Fabbrica del Duomo.

Il corteo entra nel Duomo alle undici circa. I posti riservati si riempiono rapidamente; il clero numerosissimo si dispone in file serrate nel centro della navata, e attorno al catafalco e compone nelle sue diverse insegne, un’amirabile fioritura di vivaci colori; il capitolo