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98 IL BUON CUORE


Così, in seguito ad accurati studi eseguiti dal nostro Ufficio Centrale di New York, l’Italica Gens ha aperto quest’anno nel Nord America due nuovi uffici regionali, tenuti da personale apposito, l’uno in Chicago, l’altro in New Orleans. Essi sono destinati a spiegare il loro lavoro in quelle località coordinatamente ed anzi sotto la direzione dell’ufficio di New York, proponendosi come obbietto principale l’avviamento degli emigranti nostri dai centri troppo densi dell’est a regioni migliori. Quello di New Orleans sorge ora particolarmente opportuno per promuovere una buona distribuzione, secondo i nostri fini, della emigrazione, che il Governo Federale intende presentemente di indirizzare negli Stati del Sud. Questi uffici, come quello di Buenos Aires, che funziona da un anno, già spiegano un importante lavoro di propaganda nazionale, ottenendo adesioni al nostro programma fra i parroci e missionari italiani colà residenti; i quali a lor volta creano altrettanti centri minori di propaganda nella lor zona. E d’accordo con questi corrispondenti, che conoscono a fondo i luoghi ed hanno generalmente forte influenza sulle popolazioni italiane, essi attendono alla formazione ed alla esecuzione di progetti pratici, organizzazione dei nostri emigranti a scopi economici e sociali, opportuni aggruppamenti in determinate colonie, istituzione di scuole italiane. Lavoro che, per i motivi più volte accennati, procede quasi dappertutto lentamente e faticosamente ed in mezzo a gravi difficoltà. Com’era già stato annunziato, l’Italica Gens ha quest’anno iniziato la sua opera di organizzazione anche nel Brasile: in seguito ad appositi viaggi di studio nei vari Stati di quella Repubblica, si sta preparando l’apertura di uffici centrali per gli Stati meridionali, e prima di tutti per quelli di Rio Grande do Sul e di S. Paolo: per mezzo di detti uffici l’Italica Gens si propone particolarmente di contribuire ad una sistemazione organica del problema scolastico italiano colà. Per ciò che concerne il movimento di espansione all’estero, già annunziammo che l’Italica Gens sta ora aprendo segretariati ed uffici di corrispondenza anche nei paesi del Levante; Alessandria di Egitto, Giaffa, Gerusalemme, Tripoli di Siria, Alessandretta, Smirne, Burnabat, Costantinopoli. In Italia pure il suo lavoro si va svolgendo ed estendendo colla crescente attività dei Segretariati ai porti d’imbarco di Genova e di Napoli, e con quella di tutti i corrispondenti d’ogni parte del Regno, che vanno facendosi sempre più numerosi.

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Sebbene sempre in periodo iniziale, l’organizzazione della Federazione procede regolarmente, secondo il suo programma: potrebbe farsi certo più sollecitamente se i mezzi finanziari non facessero difetto.

Pertanto lo studio assiduo compiuto in questo triennio ed il contatto continuo con quasi tutte le nostre collettività in America, già ci mette in grado di intravvedere la nostra posizione e di calcolare le nostre forze presenti e future nel problema emigratorio. Non nascondiamo che le nostre masse emigrate, se molto lasciano a desiderare nei riguardi delle condizioni sociali e di eleyamento civile, assai più ci impensieriscono pel loro avvenire nei riguardi della conservazione.-nazionale. La situazione si prospetta veramente fosca: chi voglia averne un indice- significativo si provi nelle nostre colonie a ’domandare alle persone più competenti e che, risiedendovi da molto tempo, ne hanno potuto seguire l’evoluzione, che cosa sarà rimasto di italianità e di lingua italiana fra cinquanta o cento anni: si vedrà quasi invariabilmente scuoter la testa come se, si parlasse di

utopie. Noi che ci proponiamo come supremo lo scopo nazionale, cui subordiniamo, quali mezzi, gli altri scopi civili e sociali, abbiamo ogni dì nuove conferme della difficoltà del lavoro che ci siamo imposti. Comprendiamo che il nostro sforzo di arrestare il fenomeno di snazionalizzazione precipitoso e quasi generale, fra i milioni dei nostri emigranti, è simile a quello di chi voglia fermare e riordinare un intero esercito in fuga: peraltro non possiamo consentire con coloro, per quanto numerosi essi siano, i quali dicono che ogni sforzo a tale scopo può paragonarsi a quello di porre un argine attraverso ad un fiume per fermarne la corrente. La conservazione della nazionalità fra i nostri emigranti, cioè di quel complesso di caratteri e di virtù civili, religiose, domestiche, che il lavoratore italiano porta seco quale eredità nazionale, e che tutti riconoscono quali elementi essenziali di civile progresso, è cosa, come già altra volta dimostrammo in questo bollettino (v.anno I, n. 9-Io), dì comune interesse tanto per l’Italia come per i paesi di immigrazione; è cosa ragionevole e realizzabile; essa ha la base nei più alti interessi umani, negli ideali più nobili, e questo solo giustifica ogni sforzo e può infondere fiducia. D’altra parte è giusto considerare che l’Italica Gens si appresta a portare il suo contributo al problema colle forze disciplinate del clero italiano all’estero, cioè con elementi fra i più elevati ed influenti delle colonie stesse, elementi che non esitiamo a dire più estesi ed efficaci di quelli di cui fino ad ora dispone qualsiasi altra organizzazione avente fini analoghi. Non ci sembra qui fuor di luogo aggiungere che tale praticità degli intendimenti e dell’operosità della Federazione fu già riconosciuta ed apprezzata da quanti s’interessano all’esistenza della emigrazione italiana: e ne è prova anche il fatto che la ’Giuria della Esposizione internazionale di Torino dell’anno passato conferì alla Italica Gens una delle cinque medaglie d’oro del R. Commissariato dell’Emigrazione.