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122 IL BUON CUORE


piego entro un dato termine, è ovvio. La difficoltà rimane nel caso in cui l’operaio, come già accennavo, è licenziato dopo breve tempo e senza una causa attendibile. E’ su questo punto che l’operaio viene quasi sempre frodato, ed è qui dove la legge è del tutto deficiente. Solo quattro Stati (Illinois, Massachusetts e New Jersey) obbligano l’agente a restituire le tasse qualora l’operaio, senza serio motivo, venga licenziato entro un termine che varia da sei a dieci giorni. Per ragioni di moralità, le leggi di molti Stati proibiscono di aprire agenzie presso luoghi in cui vendonsi liquori, come di mandar persone a lavorare in case di cattiva fama, di usar falsa réclame nei giornali, ecc. Tutto sommato, la legge più perfetta, pare sia, finora, quella dello Stato di New York, a cui, poco a poco, si vanno uniformando quelle degli altri Stati. Le condizioni non son così tristi oggi come venti anni addietro; dal caos non siamo usciti, ma della luce si è fatta, e molta. Il tempo in cui si mandavano i nostri italiani alla costruzione di ferrovie nel Sud e nell’Ovest, con la tremenda alternativa di sottomettersi a trattamenti brutali o lasciarsi massacrare dai negri; in cui gli operai erano spediti ad un supposto luogo di lavoro, e vi trovavano, invece, una lurida birreria in cui, tra il whiski ed i bagordi, erano costretti a spendere l’ultimo soldo, quel,tempo è passato per non più ritornare. A che cosa sia dovuto il miglioramento, non è difficile indovinarlo. In una democrazia in cui l’oro imperà onnipotente, e i rappresentanti dell’ordine sono proverbialmente venali, le leggi, come tali, hanno poco o nessun potere, per quanto esse si moltiplichino: corrupta republica, plurimae leges. Nel caso nostro, gli agenti son quasi sempre in rapporto con volgari politicanti e con la polizia, ed in tal modo potrebbero facilmente eludere la legge. Il miglioramento è dovuto, piuttosto, ad un generale risveglio di responsabilità morale; la forza della pubblica opinione, in un paese democratico, è immensamente più grande della legge. Anche tra le nostre colonie si va formando una certa corrente di pubblica opinione, e di questo, francamente, il merito spetta in gran parte alla stampa. I nostri giornali coloniali hanno gravi difetti, e purtroppo, non manca chi li metta in pubblica mostra. Ma, quando si ricordi che l’ambiente ed il suo prodotto reagiscono l’uno sull’altro, si conchiuderà che la nostra stampa, con tutte le sue colpe, non potrebbe essere migliore di quel che essa è. C. CRISCI.

UNA CONVERSIONE Perché i monaci anglicani di Caldey passarono in massa alla Chiesa di Roma La notizia di questa conversione è già stata diffusa nel pubblico da qualche giorno; ben pochi però sono edotti delle vere cause che hanno determinato le due comunità anglicane, viventi sotto la regola benedettina, a passare in massa alla Chiesa cattolica. Non credo quindi inutile e tanto meno privo di interesse informare un po’ dettagliatamente i lettori, su la scorta di quanto pubblica, nel suo ultimo numero, il Catholic Times di Londra. La comunità maschile di Caldey era stata fondata nel 1906 da Aelred Carlyle, un ez-studente di medicina, divenuto poi missionario fra i poveri dell’Eest End londinese, quindi, col consenso dell’arcivescovo di Canterhury, abate del convento benedettino di Caldey, un’isoletta poco lungi dalla costa del Paes di Galles in faccia a Tenby. Sotto la stessa giurisdizione si è poi aggiunta la comunità femminile delle benedettine anglicane, che prima viveva nell’abbazia di West Malling, in Kent e si trasportò poi a Milford Haven, sotto il nome di Convento di Santa Brigida. La comunità di Caldey novera circa trenta monaci e quella di Santa Brigida trentasette suore. Ora, dopo lunga riflessione e un vasto carteggio intercorso con le autorità anglicane, costoro hanno deciso in massa di abdicare alla confessione finora osservata per entrare nel seno della Chiesa di Roma, augurandosi che la Santa Sede permetta loro di aggregarsi all’ordine ortodosso di San Benedetto e continuare così la loro vita monastica di devozione e di preghiera.

Queste due comunità religiose rappresentavano finora il solo tentativo riuscito di introdurre in seno alla Chiesa anglicana la regola della vita contemplativa. Con la diserzione attuale anche l’ultima speranza viene a fallire ed è a prevedersi che nessuno più tenterà di ravvivare un movimento destinato al più sicuro insuccesso. Eppure quante illusioni non aveva destato il coraggioso tenta ivo! u Guardate a Caldey gridavano gli anglicani entusiasti quando veniva loro osservato che i più bei fiori della vita religiosa potevano solo sbocciare nel giardino della Chiesa cattolica. Poichè non bisogna credere che il tentativo di Caldey fosse una specie di capriccio di zelo non autorizzato. La comunità era sorta in piena regola con le autorità anglicane, e se ne vantava. Altre comunità sorte in seno alla Chiesa d’Inghilterra, hanno seguito vie diverse e per lo più sono state fondate e dirette in disaccordo e, spesso, in pieno contrasto con la Chiesa ufficiale. Non così Caldey. L’opostolo fer