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IL BUON CUORE 213


e fra poco forse sarà firmata anche dal Presidente, con qualche variante però, una nuova legge sulla immigrazione che colpirà certo fortemente gli italiani perchè escluderà chiunque non sappia leggere e non sia provvisto di regolare passaporto, se è uso del Governo del suo paese di rilasciarli ai cittadini che emigrano (i). La seconda parte di questa legge non contiene un nuovo torto agli italiani, perchè in pratica quasi tutti i paesi d’Europa lo pretendono di già e da molti anni. Quanto alla clausola di saper leggere è certo una novità nella legislazione sugli stranieri ed è anche certo che è un colpo diretto specialmente agli italiani. E’ un bene od un male? Le opinioni sono divise nello stesso campo americano e tutti hanno un po’ di ragione secondo l’aspetto sotto cui si considera la questione. Certo che il chiudere le porte agli analfabeti priverà il paese di un’armata di vigorosi lavoratori, di quegli eroi che ora in maggioranza maneggiano il piccone nelle miniere, nelle gallerie, sulle ferrovie, nelle strade. Ma non si può tuttavia negare che un analfabeta in questo paese di intensissima vita commreciale e politica, troppo facilmente va soggetto a rimaner vittima di frodi e d’inganni di ogni genere. Io dirò francamente che questa legge può far del bene; a parte l’argomento etico, che l’istruzione è sempre veicolo di civiltà e di elevamento morale ed intellettuale, vi è un’altra ragione d’ordine nazionale, ed è che fra i bollettini di statistica non figureranno certamente più quei 70.046 italiani entrati nell’anno scorso (giugno 1911[-giugno 1[912) su 189 mila e 95o ammessi, che non sapevano nè leggere nè scrivere.

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Quanto alle ricerche di persone facciamo nuovamente notare che per rintracciarle occorre mandarci sempre l’ultimo indirizzo dato od almeno la busta per vederne il timbro postale, specialmente quando scrivono: Box N. N., il che significa ordinariamente che la località non ha portalettere e quindi i destinatari devono andarla a ritirare all’ufficio postale, casella X. Per gli infortuni sul lavoro osserviamo che molti vanno prima a farsi gabellare da avvocati senza lau(a) Come è noto questo progetto di legge è stato respinto, cosicchè attualmente l’accesso negli Stati Uniti agli stranieri anal• fabeti non è proibito da nessuna legge. N. d. R.

rea (è così facile in America ottenere un diploma di consigliere legale), ordinariamente giudici i quali tengono in ufficio un qualche scritturale italiano perchè faccia da avvocato italiano, cioè interprete azzeccagarbugli. Quando i disgraziati clienti hanno aspettato dei lunghissimi mesi, allora si ricordano che c’è un Consolato o l’Italica Gens, e vengono perchè facciamo far loro giustizia. Ma ben poco si può fare in tali casi, perchè il famoso avvocato ha tutt’al più fatta iscrivere la causa a ruolo e lascia che il mondo giri tranquillamente col cliente in aspettativa. Le cause di liquidazione ui indennizzi sono una babilonia dove chi ne capisce è bravo. Date le povere leggi che ci sono in proposito, è estremamente difficile e lungo fare un processo che ottenga qualche benefizio pel danneggiato. Il Consolato con la sua Sezione Legale fa quel che può, ma non si può pretendere da esso nè che inventi le leggi, nè che comandi a bacchetta il ruolo delle ’cause; quindi, i lamenti• che noi riceviamo per certe lungaggini di cause affidate ad. esso, ci paiono infondati. Noi diamo schiarimenti ed informazioni che sono alla portata delle nostre cognizioni e della nostra esperienza e ci serviamo parimenti dei consigli e delle istruzioni che il nostro amico, l’egregio avvocato Lorenzo Ullo, ci fornisce gratuitamente all’occorrenza. (Continua).

Rossini e sua madre

Le frasi colle quali Gioachino Rossini parlava di sua madre, sono l’espressione di un amore, di una tenerezza, di una ammirazione senza confine. Anna Guidazini — la madre -- paSsava per essere una delle più belle giovani romagnole. a Io, per istinto — confessa Rossini — anché dalla più tenera infanzia, ero assai sensibile alle attrattive di una bella figura femminile; ma quella di mia madre non potevo cessare dal contemplarla, come assorto in una vera estasi». In questi Ricordi della sua infanzia, raccolti da Edmond Michette, e che La Cronaca Musicale pubblica, Gioachino Rossini ci fa di sua madre un ritratto che è vivo: a Alta, ben proporzionata, la carnagione freschissima, un po’ pallida, di lunghi capelli neri magnifici che spontaneamente si inanellavano, una dentatura irreprensibile, ella