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IL BUON CUORE 365


avanti al diluvio gli uomini se ne stavano mangiando e bevendo, sposando e dando a marito le donne, sino a quel giorno che Noè entrò nell’arca; e non si detter pensiero, lino a tanto che venne il diluvio, e uccise tutti; così sarà alla venuta del Figliu»l dell’Uomo. Allora due saranno in un campo: uno sarà preso, e l’altro abbandonato. Due donne saranno a macinare al,mulino: una sarà presa, e l’altra abbandonata. Vegliate dunque perchè non sapete a che ora sia per venire il Signor vostro. S. MATTEO, Cap. 24.

Pensieri.

Dalla lettura, del lungo brano, che narra la profezia di Gesù in vista di Gerusalemme, mi pare scaturisca un inno di vittoria, che lo spirito dovrà cantare sulla materia. Questa è la mia impressione: e per vero Gesù dalla materialé distruzione della fedifraga e deicida città prevede la distruzione del mondo, in cui tutto verrà distrutto e purificato di mezzo a desolazioni e fuoco: di poi — in seguito alla completa:confusione e disorientamento degli uomini per le commozioni telluriche e sideree — annuncia il sopravvenire maestoso e tranquillo del Figliuolo dell’Uomo sulla generale rovina. Chi non ci vede l’esito finale, la conclusione dell’eterna secolare lotta fra lo spirito e la materia? Non è vittoria, la vittoria dello spirito, quello di venire — sulla rovina universale -- in potenza e maestà il Figlio di Dio? Non è l’inno del trionfo, il fulgore della luce più libera, più svelta sulla tenebre che grava.e nasconde l’orrore della ecatombe e strage generale? Allora, o signori, il terribile finale cozzo fra le due forze che si contendono l’uomo: La materia, che ci ha gravato, impedito il passo, distratta la meta, cadrà infranta: scomparso. il fenomeno, le molteplici forme sotto cui camuffavasi dovrà chinarsi alla superiore forza dello spirito: il vizio alla virtù, l’ignoranza, l’errore, alla scienza, alla verità. Cristo ci toglie la paura ha soggiunto, che, quando accadranno tali cose abbiamo a «guardare e levare il capo: giacchè s’avvicina la vostra redenzione»; in altre più umili parole Cristo ai mille che soffrono, ai mille che lottano, agonizzano per la verità lo spirito, ai mille oscuri cultori della virtù Cristo assicura il dì del trionfo, il dì della vittoria; ai seguaci del Galileo vilipeso, ai seguaci d’una Chiesa oppressa, svillaneggiata, insidiata, vilipesa Cristo promise il dì della gloria, il dì solenne d’una riparazione. Cristo promise il più forte, alato inno di vittoria.

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Su questo futuro evento non è possibile’ dubbio alcuno. Così vuole la parola di Cristo, a cui dà suffragio una filosofia senza pregiudizio unitamente la scienza. Ma nella frase di Cristo trovasi ancora una salutare lezione per la vita. Non so per quale ragione creati — come siamo —

per il futuro nessuno di noi vive del momento. Osserviamo. Se voi avete una gioia il vostro cuore dimentica l’jeri, non si preoccupa del domani e vi date al più lieto e giocondo ottimismo: un dispiacere, un disturbo anche minimo basta a strapparvi dall’ottimismo d’jeri per piombarvi nel più fosco e tetro umo-• re di pessimismo. Quest’uso è esiziale, disastroso, e vorrei aggiungere più disastrosa la seconda maniera perchè chi si trova umiliato così, così bersagliato sente quasi il bisogno, la necessità di richiedersi ciò se sbigottito e sfiduciato di tutto e tutti, anìi s’arma a difesa contro di tutti, poichè tutti gli nuociono, e altra speranza luce non gli rimane, fuorché sperare in sè la sola salute: Fanno compassione! Nell’aggravarsi dei loro mali, delle loro disgrazie aumenta il nero, la disperazione e eilvolta la bestemmia contro la provvidenza ingiusta a loro riguardo. Oh! a questi come vuole e può parlare la buona parola di Cristo oggidì? Perchè, o afflitti ed addolorati, piangete? perchè sentite minore la forza innanzi all’aggravarsi del male, del dolore, delle nostre agonie? perchè il timore d’una dim.ane più nera, più oscura vi agghiaccia lo spirito? vi piomba il terrore nel cuore’, vi terrifica lo spirito? Non vi ha detto Gesù che là s’inizia, incomincia la consolazione, il trionfo, la redenzione quando più stringe il male, quando più, acuta è la crisi del dolore?’ Non è appunto quella l’ora in cui ci è indicata, assicurata l’ora della... redenzione? Non è questa luce, speranza, sollievo?’

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Sciaguratissima condizione, o signori, davvero, per cui si soffre, si addolora senza una speranza, si agonizza per mesi, per anni, in una vita che val bene una morte. Disgraziati! Dalle letture di fole, dalle letture passionali, dall’apprese situazioni artificiose e violente senza un filo di speranza è alla violenza al suicidio che domandano pace e riposo. Disgraziati! Presi dal turbine delle umane vicende, sopraffatti dall,onda di neri e fantastici dolori sempre sentiti quanti — colle idee del mondo, della società corrotta — cercano al bracere, al revolver, la calma di morte... no! disgraziati! La parola di Gesù è a voi, o tormentato della vita: appoggiatevi a lui, a lui — che soffrì -- affidate le vostre pene: quando esse hanno raggiunto il colmo, ’quando l’animo s’accascia e si spezza levate il capo! Il mondo. non ha, non dà niente di scampo: Ha in cielo una Provvidenza, un Dio, she non abbandona alla desolazione d’un pianto disperato: allora è ’vicina la redenzione. R. B.

Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.