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374 IL BUON CUORE


sa più inevitabile. E bisognava mettere questa cifra per avere un po’ di spazio, d’aria e di luce in un quartierino pulito. 4.800 dunque di spesa. Guadagno 5.000 franchi. Mia moglie ne ha 5o mila di dote, ossia 1800 di rendita. Il tutto rappresenta un totale di 6800 lire. Avevo dunque un migliaio d’avanzo in mio favore, e credevo d’essere nei saggi limiti. Niente affatto!... Ho messo una donna nella mia vita, ed oggi sono spaventato di quel che mi costa!...

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Intendimi bene... Dovessi fare per mio moglie una spesa, anche pazza, ma per la sua salute... Avesse ella una fantasia per una volta... sognasse un bel mobile... una casetta in campagna... anche una toeletta straordinaria: e Via! direi, ci vuol pazienza... Una donna ha diritto di essere un po’ viziata... Tocca all’uomo lavorare un po’ più... lesinare sui suoi guanti, sui suoi sigari -ed anche su qualche cosa di più importante. Lo sai che non sono avaro ed amo moltissimo mia moglie... Ma ciò che mi spaventa, si è, che lentamente, nel modo più regolare, mi affondo... o piuttosto che mia moglie tranquillamente, metodicamente, cogli occhi sorridenti, mi fa scivolare in una contabilità perfetta che impegna tutto l’avvenire, e manda in rovina per me il sogno dei sogni, la speranza di un po’ di indipendenza... Non ho da contrastare contro un fatto... Ho da lottare contro una mentalità, creata quasi a mia insaputa, dalle amiche, dai giornali di moda, dalla pubblica civetteria. Sposi novelli, non si osa protestare... si avrebbe l’aria di tiranni intollerabili... Ah!... come lo sanno bene le biricchine!... Più tardi... E’ troppo tardi!...Seco medicina partur Cum mala per longas invaluere moras diceva quel vecchio Ovidio, che si era sposato tre volte, quel pover’uomo!... Mia moglie poteva scegliere fra due vie:...Vestirsi con, eleganza — e ci tengo molto -- ma semplicemente con grazia, con buon gusto, con pulitezza ed armonia... Ella sarebbe rimasta per me, quale l’ho conosciuta, quale l’ho amata, quale l’ho scelta e preferita... Ma niente affatto!... ha preso la via spaventosa delle sarte di grido. Quest’inverno ha portato un cappellone enorme, detto l’idiota, e s’è lasciata imprigionare i piedi in un giro di gonna di un metro. Alla sera, nel rincasare, mi aveva l’aria di un ombrello aperto che si avanzasse e le dicevo:

Mia cara, se tu sapessi, quanto mi piaceresti meglio in altra foggia! Ma, è la modal... E che cosa chiami per moda? Ciò che chiamo la moda? Sei stupefacente! Una bella domanda! La moda... è il modello nuovo che si porta! - Allora, ne ho veduto uno poco fa di semplicissimo, che tu chiami tailleur, ed era così distinto. - Ma se le mie amiche sono tutte vestite come me... Non tutte... Eppoi, penso che potresti vestirti anche per il mio gusto. Eri tanto ideale nella tua veste di fanciulla, che sfuggiva quasi al mio sguardo, come passa inosservato il verde calice da cui sboccia il fiore. Sei rimasta così, scolpita nel mio cuore di 25 anni. Ti ricordi? Si, ma oggi mio caro, devi figurarti che sono molto semplice al confronto di... Di chi?... Oh, non osare dirmelo! Non mi parlare d’oggi!... Mi irriti! Si direbbe che ti sei impegnata a portare in giro le novità più stravaganti di una casa di mode... Una donna réclame!... Io non osavo pronunciarla questa parola. Si. Una donna réclame!... E che per colmo di misura, paga per esserlo! — Paga? Ah! ecco la gran cosa... Finalmente l’hai detta! Se la prendi su questo tono... non dico più nulla...

Difatti non dico più nulla... Ma ci penso ancor più!... Penso che i sarti sono molto abili. Colle loro arti, può dirsi, derubano le nostre donne, non per procurarsi un danaro passeggero, ma per crearsi delle vere rendite. Essi ed i loro complici hanno inventato per la semplice borghesia delle confezioni effimere, inadoperabili, e irriducibili al cambiar d’ogni stagione... Hanno creato una biancheria così ricca di guernizioni e di merletti che il solo lavarla costa un occhio del capo. E a ciò s’aggiunge la conservazione e l’annuale trasformazione delle pelli, il rinnovar delle gioieche bisogna legare e rilegare ad ogni più leggero capriccio... e che procureranno a me per tutta la vita, mesi intieri di veglie faticose.

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Lo ripeto — io non sono un tiranno! Se dovessi lavorare per mia moglie... oh! con quanta gioia lo farei! Ma,lavoro contro di lei... lavoro per qualche cosa che la trasforma in una pupattola... Lavoro per un sarto, per tutta una categoria di sarti, che s’industriano ad ogni stagione di succhiarmi le vene... Sono essi che creano questa situazione strana, in grazia della quale anche la donna più compita, anche la moglie più affettuosa non ardisce fare un passo fuori di casa se non ha sacrificato all’idolo che essi hanno innalzato per proprio uso e consumo...