Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 18 - 2 maggio 1914.pdf/5

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con strazio della grammatica e disperazione dei puristi ma tutto il mondo colà presto diviene unius labi’. Di fronte a questo facile stato di cose l’Opera Salesiana in dette repubbliche non si limitò ai soli immigrati ma allargò la sua azione anche ai nativi in più,;pirabil aere e non conobbe limite nella sua attività. Nè per questo il suo apostolato fu minore a pro degli immigrati, anzi a questi tornò ancor pii; proficuo e simpaticamente gradito. Un fenomeno strano, se pur non lo si via.: chiamare cosa naturale alla superbia umana, si verifica in molti paesi all’estero. Quando gl’immigrati di dette nazionalitàsono addetti a lavori umili, a misura che migliorano la propria condizione materiale, van quasi vergognandosi della loro madre patria. Se i padri in ciò talora ancora tentennano, i loro figli precipitano. I figli aà esem pio, di non pochi italiani, spagnuoli, portoghesi. nati in quelle repubbliche americane, arrossiscono nel declinare la loro paternità. Viene bensi talora il momento felice della reazione, quando cioè le loro ricchezze crescono ad alta misura. Ma questi fortunati non sono la massa. Quei poveri figli come andrebbero con entusiasmo alle chiese e specie alle scuole della nazionalità o71/4: loro padri? Sarebbe a loro giudizio, una pubblica profc,ione d’inferiorità. Non cosi accade presso l’Opera Salesiana Essendosi questa affermata con molto esito e prestigio bene adattandosi agli ambienti in cui si svolge si vede con siago1•are simpatia e senza timore di sorta e frequentata da tutti, anzi con speciale vanto cagli stessi immig.-ati e dai loro figli. Ne vi manca la nota cara a chi ama la patria d’origine. In quelle molteplici e svariate istituzioni sonvi sa lesiani della patria stessa degli immigrati, ad esempio italiani, spagnuoli, portoghesi, francesi, ecc., onde non può non trovarsi bene con loro l’immigrato di qualunque nazionalità. Ove poi gli immigrati di certe nazionalità abbondano notevolmente, come gli italiani e gli spagnuoli ncii’Argentina, i germanici in Valdavia del Chili, gli italiani ed i portoghesi nel Brasile; colà si ha sapientemente cura che notevolmente abbondino i salesiani di tali rispettive nazionalità, di guisa che torni più proficua l’azione delle nostre istituzioni in quelle determinate condizioni. Un’altra considerazione, pur essa non lieve. In questo vasto campo d’azione a pro si degli immigrati che del popolo in genere,mal si apporrebbe che si limitasse a errare gli adulti e per poco trascurasse i giovani. Gli apostoli più illuminati pensano febbrilmente all’avve Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbo namenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.

nire e penetrando nel popolo e nella famiglia attirano a sè con speciale predilezione i giovani rampolli, nei quali risiedono le più belle speranze della religione e della società. • Molto sapientemente osservava Leibnitz: «Datemi in mano l’educazione della gioventù e io vi salverò la società. Don Bosco disse altrettanto: lo disse e l’attuò. Anzi con intuizione e operosità meravigliosa attirò a sè i giovani per duplice intento: per prepararli all’avvenire che fossero pel presente efficaci istrumenti di bene in seno alle loro stesse famiglie e nel popolo. Piccola cosa pare l’Oratorio festivo. Eppure quelle migliaia di giovanetti avvicinati a Gesù, istruiti, infiammati, portano in seno alle loro famiglie come altrettanti fonografi animati, la parola del prete, le dolcezze delle soavi funzioni sacre, i mirabili entusiasmi della frequente comunione. La voce, il palpito, l’esempio del tenero figlio penetra il cuore del padre, è una voce efficacissima che chiama tutta la famiglia alla,religione, a Dio. Don Bosco abbracciò la gioventù: ma tutta la gioventù in tutti i rami di attività. Un tempo solamente i nobili ed i ricchi aspiravano alle professioni civili. Oggi le scuole secondarie e superori sono prese di assalto da ogni ceto di persone, anche il figlio del medio borghese dell’operaio, massime fra gli emigranti, aspira alle più alte carriere. Eccovi don Bosco provvedere a questa bisogna, e mentre dà alla chiesa nuovi eserciti di sacerdoti, partono dalle sue scuole allievi innumerevoli, figli d’ogni ceto, che divengono maestri, professori, avvocati, medici ingegneri, profesionisti d’ogni fatta portanti con sè quella fede e quella pietà religiosa che li rende apostoli. Qual potente fecondità di bene quindi la attuazione del programma completo dell’opera di Don Bosco in mezzo a quel popolo immenso d’immigrati! Oggi l’operaio ascende, anche a lui si apre la scala sociale. Come provvedervi? In Bogatà, Quito, Guaiaquil, Lima, La Paz, Valparaiso, Santiago, Nichteroy, in Rio de Janeiro, S. Paolo, Montevideo, Buenos Aires, Bahia Blacna, Viedma, Puntarenas al Magellano, nelle repubbliche centrali dall’un capo all’altro dell’America, voi vedete sorgere fiorentissimi istituti salesiani non solamente con scuole elementari, tecniche, commerciali, ginnasiali e liceali, ma colle scuole professionali di arti e mestieri, progredite fino ai più ambiti perfezionamenti. Don Bosco elevò a dignità di collegio l’istituto dei giovani artigiani, che un tempo chiamavasi ricovero, cosa quasi avvilente. Vi introdusse la istruzione letteraria tecnica, disegno, aritmetica, lingue estere, sociologia, musica, drammatica, ginnastica, quanto occorre per formare un operaio convenientemente istruito e colto. Ivi si allenano migliaia e migliaia di figli del popolo,