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Anno XIII. 23 Maggio 1914. Num. 21.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —I lauti mezzi e gli scarsi successi delle missioni protestanti. — La federazione universitaria cattolica.
Religione. —Vangelo della domenica dopo l’Ascensione. Le colonie del Rie Grande Do Sul — Onoranze a Giulio Tarra. — Al mè cagnolin “Cogò” (poesia). — Colonie Scolastiche Alpina e Balneare.
Beneficenza. —La Società Lombarda «Pro Ciechi». — Per la Provvidenza Materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


I lauti mezzi e gli scarsi successi

delle missioni protestanti


Il complesso, immane lavoro di propaganda che, con adatto personale, i protestanti compiono nei paesi infedeli; il numero e la grandiosità degli stabilimenti che vi fondano, sono la prova visibile e palpabile della ricchezza Con cui le missioni sono dotate. Ma donde provenie questa ricchezza? Come si raccolgono ed ammassano i tanti milioni che la formano? La risposta è facilissima e non svela punto misteri: tale dovizia ha la sua sorgente inesauribili nell’interesse che prendono alle loro missioni, e nell’obolo che per esse offrono, tutte indistintamente le Popolazioni protestanti del mondo.

«E’ un fatto singolare, — osserva in proposito uno scrittore della «Civiltà Cattolica» — questa contribuzione sistematica per la propaganda nelle popolazioni acattoliche: non v’è paese del mondo, dove sia una comunità di protestanti, chè non ci apporti il suo obolo: esso è Come una parte determinata del loro culto, della loro religione.

Quando, per cause multiple che qui non è il caso di esporre, sul finire del secolo XVIII venne a mancare alle missioni cattoliche il sussidio dei monarchi e dei governi; degli stessi Sommi Pontefici e degli Ordini religiosi spogliati dei loro beni, parve — e fu difatti — cosa stupenda che le classi meno abbienti del popolo sorgessero a sostituirsi ai grandi della terra in una delle più alte funzioni. Ma Paolina Jaricot gettando nel 1882 le basi dell’Opera della Propagazione della Fede col soldo settimanale chiesto alle povere filandaie di Lione imitava

anzi molto probabilmente copiava, quanto già da tempo era praticato dai protestanti inglesi. Difatti parecchie delle grandi città d’Inghilterra: Londra, Liverpool, Plymouth Bristol ed altre avevano già società per le missioni alle quali anche il povero poteva partecipare coll’offerta di un penny (moneta da centesimi 10) per settimana, deponendolo in cassette esposte alle porte dei templi e delle botteghe; anche le case di educazione avevano simili cassette, allo scopo di abituare i loro alunni a versarvi la monetina sottratta ad un piccolo piacere a beneficio delle missioni. E allorchè l’Opera della Propagazione della Fede, già operante da circa 13 anni, raccogliendo le elemosine di tutto il mondo cattolico radunava tra mille stenti circa 2 milioni, un foglio di Londra, «The Journal Asiatique» nel febbraio 1836 dava un resoconto del quale risultava che nella sola Inghilterra, escluse le sue colonie, si erano quell’anno raccolte per le missioni protestanti lire sterline 778.035, pari a venti milioni di nostra moneta. E quasi ciò fosse ancor poco, tale somma andò poi sempre ingrossando per cura delle Società Missionarie moltiplicatesi d’anno in anno, talchè, secondo uno studio accurato quanto imparziale dell’illustre P. Piolet S. J., oggi l’Inghilterra. ne conta 110, fra le quali alcune straordinariamente estese e fruttifere. Nè allo zelo degli inglesi cede quello dei protestanti americani, i quali nel loro doppio continente contano ben 128 società missionarie; e nel solo territorio degli Stati Uniti quattro delle più floride fra esse raccolgono annualmente circa 24 milioni. Quali poi siano anche colà le disposizioni generali delle masse verso le missioni, possiamo apprenderlo dalla testimonianza di un recente convertito dalla Chiesa Episcopale protestante, il dottore Lloyd, il quale sul Bollettino della grande associazione cattolica: la «Church Extension Society» di Chicago scriveva: «Venendo di mezzo a un popolo in cui la stessa atmosfera era satura di zelo per le missioni; dove difficilmente si teneva una predica l’esordio o la perorazione della quale non trattasse con amore delle medesime, la mia sorpresa al notare la scarsità di entusiasmo apostolico fra le popolazioni cattoliche, lo confesso, fu grande. Il punto vitale odierno del protestantesimo è il suo zelo per le missioni in patria ed all’estero: senza di esso sarebbe già perito». Nello stesso senso parla il più autorevole periodico missionario degli Stati Uniti, il «The Field Afar».