Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 24 - 13 giugno 1914.pdf/6

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mancato, ridonandole la sua primitiva nobiltà e chiamandola ancora col dolce nome di figlia. Non è questa l’opera della Redenzione?.... In essa non vediamo noi il Dio fortissimo annientarsi, per sollevare, guarire e nobilitare l’uomo debolissimo, caduto nel baratro d’ogni bassezza? Come bene comprese Dio e il suo Cristo il poeta cristiano, quando osservando da una parte l’estrema miseria dell’uomo decaduto, e dall’altra l’immensa bontà di Dio, esclama:

All’uom la mano Ei porge Che si ravviva, e sorge Oltre l’antico onor!....

vertirli....• essi dicono.... Per assecondare i biechi intendimenti della loro mente e le malvagie passioni del loro cuore, diciamo noi. Ed è vero’ — Fuggi da costoro come fuggiresti dalla peste..24!t di.94

/Al mio cagnolino " Gogò" Versione italiaaa quasi letteraria del graziosissimo Sonetto del Sig. Federico

(Manzoni).

Quale torto dunque fanno al buon Dio coloro che ce lo mostrano sempre severo, accigliato e pronto a punire inesorabilmente chi ebbe la sventura di offenderlo col venir meno ai proprii doveri!... Non sanno costoro che l’opera della Redenzione è l’opera dell’amore e del perdono?.... Non hanno mai pensato che l’umanità si prostrò al Crocifisso del Golgota, e ne accettò la dottrina, perchè fu vinta dalla bontà di Dio fortissimo, che per amore si fece debolissimo? L’uomo molte còse negò, anche ciò che è evidente... anche la luce del sole in pìen meriggio... Non negò, nè mise mai in discussioni l’amore, la bontà, il perdono. Gli è per questo che molti increduli, quando si determinarono a conoscere Cristo, furono vinti dalla sua bontà, e divennero suoi seguaci. Ne abbiamo esempi recentissimi. Si sarebbero convertiti se Iddio fosse quale l’avrebbero voluto gli antichi, e lo vorrebbero i moderni Farisei?

Conseguenze pratiche.

Caro Gogò, bel bestiolino! Hai le zampette belle, un bel musino,. Un bel codino, e un par di vispi occhini, Che brillan come fosser due lustrini. Tu m’obbedisci meglio d’un bambino! Se mi guardi sei tutto festosino, E se ti meno a spasso, i tuoi passini Sembran quelli dei cari passerini. Ma perchè mai non parli?... perchè no? Chi sa quante cosine il coricino Tuo mi direbbe, non è ver, Gogò? Ma tu non puoi parlare.... è il tuo destino! Oh che brutto destino!... ma però Ti do spesso, in compenso, un biscottino.

I. I Farisei, vedendo Gesù a tavola insieme ai pubblicani e ai peccatori, dissero ai discepoli di Lui: «Per ELISEO BATTAGLIA.

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chè mai il vostro Maestro mangia coi pubblicani e coi peccatori?» (S. Matteo, Cap. 9). Non ti pare di udire certi Farisei odierni, i quali per difendere i diritti, com’essi dicono, di Dio e della sua Chiesa, insultano, vilipendono, calunniano e in mille modi perseguitano anche chi ha il gran torto di non essere in tutto del loro parere?! E dire che costoro hanno l’impudenza di chiamarsi cristiani puri!.... Se ami la salvezza dell’anima tua, e quella dei tuoi fratelli, rispondi loro le parole di Cristo: «Voi non sapete di quale spirito siete. Il

Figliuolo dell’Uomo non è venuto a perdere gli uomini, ma a salvarli». (S. Luca, ap. 9). Puoi aggiungere anche quelle del primo Papa: «Gesù Cristo ha patito per noi per lasciarci l’esempio de’ suoi patimenti. Maledetto non malediceva, oltraggiato non oltraggiava, soffrendo noli minacciava, ma si rimetteva nelle mani di Colui, che giudica giustamente o. (S. Pietro, Ep. 1, Cap. 2). 2. Sai tu perchè le opere di certuni, che amano fard chiamare cristiani puri, sono sterili? -- Perchè non hanno mai capito, nè d’altronde sono capaci di capire, le parole di Cristo: «Quando sarò levato in alto, ogni cosa

trarrò a me stesso. Io amo meglio la misericordia che il sacrificio; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori o. (S. Matteo, Cap 9). Cristo si lasciò config• gere in croce per salvare gli uomini, e co ’esti puri crocifiggerebbero ben volontieri tutti gli uomini

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pubblicato nel N. 23 Maggio del Buon Cuore

per con Le colonie del Rio Grande Do Sul (Continuazione del numero precedente).

CONSERVAZIONE NAZIONALE DELLA COLONIA.

Dal punto di vista della conservazione nazionale, la colonia italiana di Porto Alegre, come generalmente tutte le colonie urbane dei nostri emigrati, lascia assai a desiderare. Il contatto continuo, per tutti gli interessi, colla popolazione e colle istituzioni del luogo, la mescolanza dei figli degli italiani, nelle scuole e dappertutto, coi ragazzi del paese, produce nell’elemento italiano un processo rapido di snazionalizzazione. La prova evidente del decadimento dell’italianità si ha nel fatto che appena un centinaio di figli di italiani frequentano le due scuole italiane sopra ricordate: numero ben meschino per una colonia di oltre 10.000 italiani! Non è che la colonia italiana di Porto Alegre abbia maggior tendenza alla snazionalizzazione di altre colonie; chè anzi in occasione della recente guerra italo