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In forza della Convenzione del Settembre 1864, l’Italia, trasportando la Capitale da Torino a Firenze, si era obbligata, in corrispettivo della partenza delle truppe francesi da Roma, di non violare i confini dello Stato Pontificio, e in questo senso il Ministro Visconti Venosta, interpellato in Parlamento, aveva dichiarato che i trattati si opponevano a quella violazione, e i trattati sarebbero stati rispettati. Visconti Venosta non voleva dire con ciò che l’Italia non dovesse andare a Roma: l’andata a Roma era nella coscienza di tutti gli italiani, e innanzi tutti, di Visconti Venosta, l’antico discepolo di Mazzini e di Cavour: la capitale portata a Firenze voleva dire non rinuncia a Roma, ma sosta sulla via di Roma. La diversità fra i ’diversi partiti era soltanto nei mezzi. Chi voleva andare a Roma coi mezzi rivoluzionari, come aveva tentato Garibaldi nel 1867 a Mentana, coll’immediata conseguenza di far tornare i Francesi a Roma, e di far pronunciare nel Corpo Legislativo a Parigi, dal Ministro Rhouèr,la famosa parola, parlandosi dell’andata degli italiani a Roma:• Jamais! Chi voleva invece andare a Roma coi mezzi morali, e precisamente col consenso del Papa, come già si era stati sul punto di ottenere nel 1861, colle trattative segrete fra il Conte di Cavour e il Cardinale Antonelli, l’Abate Isaia e il Padre Passaglia, trattative bruscamente abortite e disdette per la improvvisa morte di Cavour. Questa disposizione d’animo di ravvicinamento tra il Governo Italiano e la Santa Sede, era sempre stata latente: Pio IX voleva bene all’Italia, e l’Italia; malgrado la lotta momentanea, non dimenticava che Pio IX, coll’amnistia politica del 1846, aveva dato il primo segnale del risorgimento nazionale, e aspettava, con speranza non mai perduta, che Pio IX ritirasse per l’andata a Roma, il fatale non possumus. Si era alla vigilia del 20 Settembre 187o. Il presidio francese, in seguito alla sconfitta di Sedan, si era ritirato da Roma. Vittorio Emanuele II, come era il voto suo e di tutta la nazione, avrebbe voluto andar subito a Roma, ma non voleva andarvi contro il volere del Papa. Piuttosto che recare dispiacere al vecchio Pontefice, al quale lo legava un senso di venerazione, si sentiva disposto a qualunque sacrificio. Ma se non andava, la rivoluzione nel Paese era inevitabile: Mentana si sarebbe ripetuta in maggiori proporzioni. A qual partito si appiglia Vittorio Emanuele? Scrive, di suo pugno, al Papa, le seguenti parole: Santità, vengo o abdico? Vittorio Emanuele volle essere ben certo che la sua lettera fosse pervenuta nelle mani del Papa. Pio IX, leggendola, avrebbe dovuto rispondere una di queste due parole: venite,.... o abdicate. La risposta non venne. Pio IX non aveva dato l’assenso di venire, ma non aveva neanche consigliato a Vittorio Emanuele di abdicare, piuttosto che venire a Roma. Vittorio Emanuele, nell’urgenza della decisione, interpretò il silenzio in assenso, e, senza abdica 323

re, lasciò che il Generale Cadorna proseguisse pel suo cammino. In tal modo le.truppe italiane entrarono in Roma. Questo aneddoto, rimasto sconosciuto a tutti, non poteva essere ignorato da colui che al momento era il ministro responsabile del governo di Vittorio Emanuele per gli affari esteri. L. VITALI.


Religione


Domenica quinta d’Avvento

Testo del Vangelo.

Giovanni rende testimonianza di Lui, e grida dicendo: Questi è colui del quale io diceva: Quegli che verrà dopo di me è da più di me perchè era prima di.me. E della pienezza di Lui noi tutti abbiamo ricevuto e una grazia in cambio di un’altra: perchè da Mosè fu data la legge; la grazia e la verità per Gesù Cristo fu fatta. Nessuno ha mai veduto Dio; l’Unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, Egli ce lo ha rivelato. Ed ecco la testimonianza che rendè Giovanni, quando i Giudei mandarono a Gerusalemme i sacerdoti ed i leviti a lui, per domandargli: Chi sei tu? Ed ei confessò, e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: E che dunque: Sei tu Elia? Ed ei rispose: Nol sono. Sei tu il Profeta? Ed ei rispose: No. Gli dissero pertanto: Chi sei tu, affinchè possiamo rendere risposta a chi ci ha mandato? Che dici di te stesso? Io sono, disse, la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate le vie del Signore, come ha detto il profeta Isaia. E questi messi eran della setta dei Farisei, e lo interrogarono dicendogli: Come adunque battezzi tu, se non sei il Cristo, nè Elia, nè il Profeta? Giovanni rispose loro e dise: Io battezzo nell’acqua; ma v’ha in mezzo a voi uno, che voi non conoscete; questi è quegli che verrà dopo di me, a cui io non son degno di slegare i legaccioli delle scarpe. Queste cose successero a Betania al di là dal Giordano, dove Giovanni stava battezzando. (S. GIOVANNI Cap. i).

Pensieri. Ai sacerdoti e leviti mandatigli dai giudei per chiedergli chi egli fosse, Giovanni nega di essere il Cristo, di essere Elia, di essere un profeta e dice: Io sono voce gridante nel deserto: Appianate la via del Signore.... Io battezzo in acqua; ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete... ed Egli battezzerà in Spirito Santo. Cerchiamo, umilmente, di comprendere il significato delle parole di Giovanni.

Giovanni è una voce, la parola che esprime i suoi concetti intorno alla venuta di Dio; ma la parala non