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10 IL BUON CUORE


tempo stesso, che susciti nel giovane un palpito di vera, di profonda, spontanea ammirazione per le opere che è chiamato a studiare, mentre risveglia in lui quello spirito critico ché è indice tji gusto e di sen— sibilità artistica; così noi lo vorremmo. E a chi pensa che proprio tale missione spetti alla letteratura e all’insegnamento storico - musicale, apparirà davvero utile la recente pubblicazione di un volume che ha questo titolo: «Per amare la musiCa» e che raccoglie e sintetizza, sotto un aspetto tutto storico ed estetico, il cammino della -musica moderna, dalla fioritura religiosa del XVI secolo sino ai giorni nostri, da Palestrina a Debussy. Anche altri testi di storia della musica hanno su per giù tali punti di partenza e d’arrivo e quasi identici raggruppamenti in capitoli di tendenze, di indirizzi, di scuole. Ma nessuno, come questo recentissimo, ha un intento così preciso e opportuno, e una forma così facile, senza essere pedestre, e un così felice amalgama di esatte e misurate notizie storiche e di giudizi critici, ora personali, ora sagacemente derivati, sempre appropriati, sereni, esaurienti. L’autore di esso non ha bisogno di presentazioni, proprio da queste colonne. Pasquale Parisi è un giornalista e uno scrittore acuto, versatile, instancabile, nel quale gli argomenti più vari e diversi, trovano la stessa preziosa virtù di estrinsecatore pronto e vivace. Egli ha già dato finora solida prova della propria coltura con un manuale di (( Letteratura Universale» e ha dimostrato di quanta competenza larga e sicura sia materiato il suo attaccamento alla professione giornalistica con quel suo ottimo libro sul «Giornale». Ma con questa pubblicazione ora stampata, egli ha potuto mettere in luce eccellenti qualità che nn sempre il «mestiere» può far valere. Perchè Pasquale Parisi è sopratutto un innamorato dell’arte e non è fortunatamente uno di quegli innamorati che restano inerti ed estatici innanzi al loro idolo. Questo gli ispira anzi un entusiasmo operoso e fattivo che egli trasfonde e mette ín opera ora in novelle che sono, come poche presentemente. interessanti per situazioni e sottili per psicologia, ora in articoli di critica che sono (come ben di rado se ne leggono) agili, perspicaci, onesti. E come la precedente produzione di lui è pure questo libro «Per amare la musica». E’ un libro — dicevamo — che -ha uno scopo preciso e lodevole assai: ricordare, in pagine interessanti e piacevoli; le conquiste, i progressi, i trionfi dell’arte più allettatrice, ed accendere, con l’amore e l’entusiasmo che emanano da ogni pagina del volume, l’entusiasmo e l’amore. necessari in chi a quell’arte si voti. E a questo scopo esso obbedisce in tutto — nella sintetica chiarezza, specialmente, e nella serena imparzialità — nè tali pregi mai perde. E’ palese in ogni pagina che l’autore s’è voluto rivolgere ai giovani. Ed i giovani faranno bene a rispondere all’appello ed a giovarsi di questo libro, perchè in essi troveranno tutti gli elementi indispen sabili alla esatta divulgazione d’una materia di studio e che essi non han forse finora trovati nell’insegnamento della storia della musica: semplicità espositiva, unità di metodo, competenza che non è pedanteria, predilezione evidente per l’argomento trattato, senza che per questo i gusti personali dello scrittore cerchino d’influire sul giudizio generale. Troveranno racchiusa, in venti capitoli, che non occupano più di centocinquanta pagine, nella nitida ed elegante edizione curata dall’editore Izzo, tutta la materia, pur così vasta e complessa, e che non vi resta affatto affogata o in qualche punto raccorciata e ristretta, tanto sagacemente v’è distribuita. Troveranno in questi venti capitoli notizie, dati, giudizi che invano si ricercano in altri testi del genere. V’ha per esempio, tutta la parte che riguarda la musica modernissima, sino. alla più recente produzione contemporanea, che è di una utilità preziosa, t quella, in, cui parla dell’Italia, di Verdi e dei maestri del nostro tempo, che può davveru riuscir di conforto, di monito e di sprone ai giovani che all’ardua carriera’ si addestrano. Certo, anche ammirando le doti di condensazione di cui l’autore ha saputo dar così accorta prova, dicendo di tutto e. di tutti in uno spazio così misurato, è pure da. deplorare che il libro, pel quale è stata necessaria uno così cosciente preparazione, abbia dovuto non sorpassare,le proporzioni di un manuale scolastico. Messe le prime basi con quest’opera, c’è da augtirarsi che l’autore di «Per amare la musica», sviluppi sulla trama in essa tracciata, argomenti più particolari, ma che gli diano *campo, appunto fra i tinniti non più ristretti, di spaziarsi in trattazioni più larghe e profonde, in studi di quesiti e di tendenze il cui interesse è cocente per la musica e peí musicisti moderni. Dalla sua competenza ciò si può ottenere; anzi, si deve pretendere, perchè la musica, non solo fra i compositori, ma pure fra i critici, ha ora più che mai bisogno di artisti. UGO SCALINGER.


"Auspice Te!„

’Continuazione v. num. I)

Fede e dottrina teologica, patristica, agiografica sono, ripeto, per la poesia religiosa propriamente detta, anima ed ala.al volo, necessità congenite all’essenza del soggetto, MARIA: meditazione, estasi, aspirazione di penitenti, preghiera devota; non può essere up’infiorazione ’parassitaria a beneficio dell’arte; vuol essere commozione, ingenua od ispirata, emozione ascetica. Che se questo vuol dirsi della lirica religiosa in ispecie, quanto più si deve dire della lirica mariana in ispecie: lauda o elegia, canzone o strofe, poema o prosa cadenzata. E’ dessa un muover taumaturgico che l’ingegno e