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46 IL BUON CUORE


ca 4o-•vasto delle Società e della Chiesa. Nelle famiglie, nelle comunità, si ammirano alcune volte tipi meravigliosi di pazienza e di sacrificio, in una figlia, in una sposa, in una nipote, in una madre, in una coinpagna: questi mirabili esempi potrebbero esserci senza una madre, in una compagna: questi mirabili c mpi potrebbero esserci senza una madre bisbetica, senza un marito brutale, una zia permalosa, un figlio ingrato, una compagna invidiosa, malevola? E nella società sorgerebbero imponenti quei tipi di forza morale e di eroismo provocati dalla ingiustizia degli uomini; Dante tetragono ai colpi di sventura nell’esiglio di tutta la vita colla nobile vendetta di scrivere la Divina Commedia; Colombo non domato dalla persecuzione, che porta come titolo d’onore le sue catene nella tomba; Pellico che saptifica i dolori di una decenne prigione, e li scrive in un libro immortale, senza una parola di livore contro gli oppressori? Gli spettacoli maggiori della virtù e della santità nella Chiesa si può dire che siano il frutto più prezioso delle persecuzioni. L’eroismo più grande nella Chiesa è presentato dalla lunga e splendida schiera dei martiri: Chi ha fatto i martiri se non i persecutori? Senza i persecutori la Chiesa non potrebbe móstrare alcune delle sue paginf più belle nella storia dei secoli passati. I persecutori moderni, che rappresentano la zizzania dell’oggi, nel disegno di Dio forse sono preparati per far scrivere alla Chiesa altre delle sue più belle pagine nell’avvenire. Ma se Dio è buono e, misericordioso, Dio non cessa di essere giusto. Vi è tempo e tempo; vi è il tempo della misericordia e vi è il tempo della giustizia. Se il padrone ora risparmia la zizzania, non la risparmierà sempre. Verrà il tempo in cui dirà ai suoi servi: raccoglietela, fatela in fasci, e gettatela nel fuoco eterno. E qui dove noi abbiamo torto; nel condannare Dio per l’esistenza, pel trionfo dei cattivi, senza pensare al futuro: ’Iddio va giudicato nel suo disegno intero: noi, colla veduta corta di una spanna, vediamo solo il presente: Dio vede il presente e vede l’avvenire. Oh, non godete, o tristi, perchè, facendo il male, potete dire: quid nobis accidit triste? Oggi è il vostro giorno, verrà il giorno di Dio. Dio non ha premura di compiere la sua giustizia: Dio sa che il suo giorno inevitabilmente arriverà. E’ allora che le partite si pareggeranno; è allora che Dio si riserba di essere giudicato e giustificato, Dio è paziente perchè Dio è eterno.

E che la mescolanza della zizzania col buon seme, dei buoni coi cattivi, non impedisca il trionfo della causa di Dio, lo prova la seconda parabola del grano di senape, che, il più piccolo fra i semi, diventa col crescere albero grande, tanto che gli uccelli vengono a posare fra i suoi’ rami e a farvi il nido. Questo grano di senape è la Chiesa, che raccolta sul Calvario nel sepolcro di Cristo, raccolta nel Cenacolo fra i dodici Apostoli, rompe la pietra del sepolcro, esce dalle riposte mura; e colla fede della divi nità di Cristo provata luminosamente dal fatto della sua risurrezione, si diffonde su tutte le parti della terra, allarga i suoi rami, e sovra di essi vengono a riposare, sicuri dalle procelle, i popoli della terra. t

Anime credenti e pie, una gioia squisita riserba Iddio per voi nel ricordo della terza prabola della donna che pone un pizzico di lievito nella massa di farina e la fa tutta fermentare. Voi non siete estranee al grande trionfo della causa di Dio, pure in rnezzo alle diffic6Ità che nascono dalla presenza nel mondo e dalla prepotenza dei cattivi. Quella massa di farina è la Chiesa, quella donna è l’anima cristiana, siete voi, quel lievito è la virtù individuale. pna grande verità è racchiusa in questo confronto. Il fermento della Chiesa, il trionfo della Chiesa nasce prima di tutto nel segreto delle coscienze, illuminate dalla fede, riscaldate dall’amor di Cristo, fortificate nell’uso dei Sacramenti. La santificazione pubblica e generale della Chiesa nasce dalla virtù segreta e particolare degli individui. Divenitamo buoni noi, tutti noi; facciamo diventare buoni con noi i nostri figliuoli, i nostri cari, e noi vedremo in breve tempo come per incanto una rapida e crescente trasformazione sociale in bene. La forza della virtù nei cuori diventerà la forza della virtù nel mondo. La Chiesa onorò del suo ricordo in questi giorni S. Agata; questa gloriosa vergine e martire disse una grande parola al tiranno che la martoriava, recidendole una parte del seno: kc Barbaro tiranno, gli disse, non hai orrore di recidere in una vergine quel seno che hai succhiato nella madre? Ma io ho un seno interno, col quale nutro e fortifico tutti i miei sensi.» Era la virtù individuale interna, che fortificava la vita esterna, e preparava Agata ad essere una delle più grandi martiri della Chiesa primitiva„ e col martirio uno dei più grandi apostoli. Virtuose come Agata nel cuore, come Agata sarete virtuose nelle opere; virtuose per voi, apostoli di fede e di virtù per gli altri. L. V. 1/451..".0

l funerali òi D. Giulio Mezzera Parroco di Montesiro Brianza. • Nella tarda età di anni 81_, dopo una lunga malattia che l’aveva indebolito nella mente e reso quasi cieco, consolato dai Sacramenti, moriva il febbraio, questo sacerdote colto, zelante e pio. Se ne fecero i funerali il giorno 4 corrente, e furono col concorso di tutta la popolazione e di molti sacerdoti accorsi da diverse parti anche lontane, una solenne testimonianza dell’alta stima in cui era da tutti tenuto. Accanto al feretro, insieme ai parenti, erano il Conte Iacini, il nob. Prinetti, villeggianti e proprietari nella Parrocchia e il comm. Sacerdote Luigi Vitali, antico amico dell’estinto, che al cimitero disse le seguenti parole: «Sulla tua tomba, o amico, non può mancare