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78 IL BUON CUORE


Gli americani del Nord sono il popoJo più libero della terra. Che cosa dicono essi? Uno stato dispotico può vivere anche senza libertà: la volontà del monarca può servire di freno: in uno Stato libero, il freno deve essere posto dai cittadini, e non c’è che la religione che rende gli individui onesti: la religione è il primo presidio della libertà: gli increduli, gli atei, noi li consideriamo i più grandi nemici dello Stato libero. No; la religione non deve aver paura della libertà, e la libertà della religione: religione e patria insieme unite come due sorelle hanno fatto la grandezza dell’Italia nel passato; associate insieme libertà e religione: unite insieme esse formeranno la grandezza dell’Italia nell’avvenire. L. V.

La falsificazione delle pellicce Ogni anno dodici milioni di animali da pelliccia, rappresentanti il valore di circa 500 milioni di franchi, vengono massacrati per soddisfare ai bisogni della moda e alle esigenze della civetteria femminile; nella Cina, nel Giappone, nelle due Americhe, in Australia, e sopratutto nella Siberia, nel Canadà, nella Groenlandia, migliaia di persone vanno, durante la stagione della caccia, a cercare la preziosa selvaggina, sfidando pericoli d’ogni sorta. Alle fiere di Iskim e di Irbit e a Nismi Novgorod il traffico delle pellicce raggiunge talvolta i 25 milioni di franchi all’anno; nei mercati di Copenaghen e di Lipsia, e sópratutto a Londra, che è il principale centro. europeo del commercio delle pellicce, passano ogni anno circa 500.000 pelli di lepri polari, 4o mila pelli d’orso bianco, 400.000 pelli di visone, un milione di pelli d’ermellino, ecc. Queste poche cifre bastano a far comprendere come alcune specie di animali siano minacciate da una vera distruzione e per ricostruire in pace la loro razza non abbiano altra. speranza se non quella del cambiamento della moda, giacchè i cacciatori non cercano mai, e non uccidono se non qualche rara volta, per pura inavvertenza, gli animali le cui spoglie ’non possono servire momentaneamente ai bisogni della moda. I prezzi di tutte queste pellicce, variano, naturalmente, non solo secondo la moda, ma anche secondo le loro rarità per es. la volpe rossa vale da 15 a 20 franchi, la volpe incrociata Io() franchi, la volpe azzurra 2000, la volpe argentata, che fornisce la più bella se non la più rara di tutte le pellicce, da 3000 a 10.000 franchi. Senonchè i dodici milioni di pelli che ogni anno vengono fornite al consumo mondiale, sono ben lontani dal soddisfare alle esigenze, e perciò già da molto tempo è sorta e si è venuta sviluppando un’industria speciale consacrata alla fabbricazione delle pellicce false.

La materia prima delle pellicce di basso prezzo destinata a dare alla gente meno agiata l’illusione di un lusso costoso che da secoli è riservato soltanto ai ricchi, viene fornito per la massima parte dal modesto coniglio. Sui 75 milioni di conigli che vengono annualmente uccisi e scuoiati in Francia, 67 milioni servono alla fabbricazione dei capelli e dei guanti, 8 milioni alla preparazione delle pellicce false; vi si aggiungono circa 35.000 gatti, i più apprezzati dei quali sono quelli neri di razza olandese, e 800.000 lepri russe dal pelo bianco e delicato come la seta. Le pelli dei conigli, dei gatti e delle lepri, al pari di quelle degli animali da pelliccia propriamente detti, arrivano ai pellicciai allo stato grezzo, ossia tali quali sono stati ricavati dai rispettivi animali, voltate al rovescio e disseccate; esse presentano un aspetto tutt’altro che bello, e a prima vista è ben difficile farsi un’idea del loro valore e distinguere una pelle di coniglio di 4o centesimi da una pelle di zibellino di parecchie centinaia di franchi; solo i negozianti hanno una tale pratica che al semplice tatto, senza nemmeno vedere il pelo, sanno riconoscere e valutare la natura e la qualità delle pelli che vengono loro pres6tate. E’ una vera curiosità dell’industria moderna la trasformazione delle pelli di coniglio in pellicce di zibellino, di castoro, di lontra, ecc. Non è qui il luogo di descrivere in modo particolareggiato le singole operazioni che queste pelli subiscono prima di essere messe in commercio; diremo soltanto che la lavorazione dura in media 35 giorni, e accenneremo brevemente alle operazioni principali che servono a prepararle. Anzitutto vengono tagliate le teste, le gambe e le code; poi ciascuna pelle viene tagliata da una parte nel senso della lunghezza; in seguito le pelli vengono raggruppate e classificate secondo la loro qualità; quelle più belle, scelte per la fabbricazione delle pellicce false, vengono conciate, restando per parecchi giorni in grandi recipienti pieni d’acqua con acido tannico; poi vengono asciugate e strofinate con olio; si passa quindi a liberare la superficie interna delle pelli dagli avanzi di carne o di nervi che vi possono essere rimasti appiccicati, e in seguito per mezzo di trazioni successive le pelli vengono allungate dando loro la dimensione massima che possono avere. Dopo essere state ripulite, girandole per due ore in grandi recipienti pieni di segatura e poi sbattute, le pelli passano nelle mani delle operaie le quali devono ricucire le eventuali fenditure, e ’rattopparne i buchi; questo lavoro di rammendatura richiede una grande abilità, giacchè si tratta di scegliere rapidamente fra i vari pezzi che servono a questa operazione, quelli il cui pelo abbia la stessa finezza delle pelli da rattopparsi. Dopo rattoppate le pelli vengono tinte, e a seconda del bagno chimico in cui vengono immerse, il modesto coniglio si trasforma in lontra, in castoro, ecc. La composizione di queste tinte è. un segreto che ciascuna fabbrica custodisce gelosamente. Non di