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IL BUON CUORE 119


Conati, dei dopo scuola, dei ricreatori, che, sotto mentite somiglianze con altre istituzioni suggerite e create.dalla vera carità, della carità nulla seppero e molla sanno e le elargizioni ed i favori vendono a cari prezzi di apostasie! Così dovunque, al di qua e al di là delle Alpi e del mare, a cento a cento gli educandati, i ricoveri, gli orfanotrofi — che pur oggi ancora vivono del pane di monache e -di preti e di lasciti suggeriti od anche imposti dalla Chiesa e dalla fede — si sono laicizzati, d’una cosa sola facei’) gelosi i nuovi amministratori, più che della disciplina, di tener lontano Dio! Persino sui fondatori e sui benefattori si passò in molti luoghi con non nuova ingratitudine; e, con novissima pedagogia, ai bambini si lasciarono dimenticare quanti per essi avevano avuto un cuore ed una carità, per non ricordarli loro) con una messa, con una preghiera, con un anniversano pietoso di funzione religiosa!» Avendo esclusa la scienza del catechismo, per miei bisogno irresistibile che ha l’anima umana di trovare una causa alle cose che ha d’intorno, il mondo, l’uomo, la vita, il Cardinale ricorda tutte le ipotesi messe innanzi per spiegare il mistero che ne circonda: con qual frutto? Ge scienze senza il catechismo. «Avete creduto, (dirò con una frase triste, non autentica ma celebre) di spiegare il sistema del mondo senza bisogno dell’ipotesi di un Dio, ed eccovi a mendicar dottrine, sistemi, fantasie, che nulla spiegano, che moltiplicano le incognite e fanno torto anche a voi. — Voi alzate le pupille al cielo e vi state in ascolto, ed il cielo è tenebre ed è muto perchè vi si è nascosto e vi tace Dio. — Chinate le pupille a terra. Come ho potuto (e lo dico per esprimere la mia ammirazione a quanti scrutano natura) anch’io ho cercato di seguire le conquiste della scienza, e mi sono prostrato ai risultati delle indagini moderne, che — sulle costituzioni e sulle forze della materia, sulle Correlazioni degli esseri e dei fenomeni, sui rapporti che associano il palpito dell’aria e il vagar lieve di un granellino di polline, il profumo di un fiore e il colorirsi di un’ala, le dimensioni di un pistillo e la lunghezza di una tromba di farfalla, il reeitiarsi d’uno stelo ed il peso della terra — hanno svelato armonie sublimi; ma dietro ogni scoperta, ma sopra ogni conquista ho sempre visto più grande, più maestoso, più necessario alzarsi ed imporsi Dio! «Senza Dio, le stesse vostre scoperte non sono state forse un nuovo enigma che s’aggiungeva agli 21tri enigmi, ed una confusione più umiliante per voi? Moltiplicando i fatti, e respinta dai fatti la causa prima e la suprema interpretazione, avete moltiplicate e rese più complesse le incognite: — tolta ogni dottrina teologica ed una mente preordinatrice, e ridotti i fatti acquisiti alla scienza, non più che al risultato fatale di lotte violenti per l’esistenza e di sopraffazioni crudeli, di conati ciechi, di incontri fortuiti e di casi imprevisti, siete arrivati a conseguenze, che sono inconcepibili ed inesplicabili in un mon

do, nel quale tutto è ordine, peso e misura: — ribellandosi i fatti veri a dar base alle concezioni atee del, cosmo, di altri siete andati in cerca, e non vi peritaste di presentarne dei supposti ed inventati, che han condotto e costretto poi l’Haeckel a discendere dalla cattedra di maestro per andarsi a sedere sul banco degli accusati ad esservi sentenziato di mentitore e di falsario; — ed i fatti più semplici e più ovvii, davanti ai quali per secoli era passato tranquillo il buon senso, colle nuove dottrine eccoli sollevati a misteri, che vi fanno smarriti, collo sguardo sul deserto, come la sfinge egiziaca, invano in attesa di spiegazioni e di risposte.» «E del catechismo viviamo. Le prime due righe, ameremmo vedere nelle mani di tutti, con questa ardente esortazione, colla quale chiudiamo noi pure: Torniamo, torniamo al catechismo. «Ritorniamo adunque tutti, figli e fratelli carissimi, al nostro catechismo, ed amiamolo luce e guida nostra, e non crediamo, anche uomini fatti, non crediamo inutile lo studio di quelle piccole pagine, semplici sì, ma divinamente sapienti e sublimi e che vincono e confondono ogni incertezza e falsità di mentite scienze umane. E del catechismo viviamo. Le prime due righe, che vi ho richiamate, dovrebbero sempre starci palpitanti sull’anima, e basterebbero, esse sole, a reggerci e santificarci. Dai nostri bambini non domandiamo appena che le ripetano, domandiamo che le vivano, e le vivano in ogni atto, in ogni luogo, in ogni circostanza della vita. «Questa è la prma e suprema rivendicazione del catechismo, che s’impone. Domandiamo — ed è nostro diritto e dovere il domandarlo — che il catechismo non esca o, se uscito, rientri nelle scuole, e protestiamo contro chi dalle scuole lo esclude o nelle scuole l’offende; ma poi sopratutto badiamo di non essere noi i colpevoli e gli incoerenti, che, gridando contro chi lo caccia dalla scuola, commettiamo il de litto di cacciarlo — forse di averlo già cacciato! — nalla nostra famiglia, dalla nostra coscienza, dalla nostra vita! Il catechismo studiato, compreso e vissuto — ecco la interpretazione della nostra fede e del libro della nostra fede, dal quale voglia Dio che continui la patria nostra a bevere la dottrina della vera educazione, la sola che salverà.»

L.

VITALI.

Don Giuseppe Civelli e Don Giosuè Barzaghi Due distinti sacerdoti milanesi, che occupavano in diocesi due posti importanti, sono mancati ai vivi nella passata settimana,. il M. R. D. Giuseppe Civelli, Prevosto della SS. Trinità, nei Córpi Santi di Milano, e il M. R. D. Giosuè Barzaghi, Prevosto Vicario foraneo di Varese.