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IL BUON CUORE 173


Lo Spirito Santo è quello che nella sua grazia rimase sempre unito allo spirito di Maria; spirito che in Maria fu sempre all’unissono collo Spirito di Dio, formando di lei un tipo di suprema bellezza terrena e divina, l’esemplare di tutte le virtù. Maria è l’immagine della trasformazione morale che lo Spirito di Dio ha operato nelle anime, nella vita dell’Umanità. Tutti, in noi stessi, potremmo ricopiare un po’ di Maria.. Se ciò troppo dirado avviene, non è che in noi manchi l’azione dello Spirito Santo; manca in noi la pronta, la piena corrispondenza a onesta azione.

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Corrispondere ai benefici della Santissima Trinità dovrebbe essere la vita di tutti gli uomini. Il Padre mi ha creato... Ti ringrazio, o Signore, del beneficio dell’esistenza; aprezzo i doni di natura, in me, intorno a me, e ne userò nel modo migliore. Il Figlio mi ha redento... colla sua umiliazione, colla sua parola, col suo sangue, mi redime ogni giorno colla Santa Eucaristia; oh,,come l’anima mia deve stringersi a lui con un senso di intima inesauribile riconoscenza, con un senso di infinito amore.. Lo Spirito Santo mi ha santificato.. la santità è il dono maggiore che io possa ricevere, il dono maggiore che Dio mi possa dare, per la vita presente, per la vita futura: conservare gelosamente questa santità sarà il più bel ringraziamento di averlo ricevur. Una parola solenne suonerà un giorno sovra il mio capo, colpito dal pallore della morte. Partiti, o anima cristiana, da questo mondo; nel nome del Padre che ti ha creata, nel nome del Figliuolo che ti ha redenta, nel nome dello Spirito Santo che ti ha santificata... Sono queste le ultime parole che io udrò sulla terra: se avrò corrisposto fedelmente ai benefici della Santissima Trinità, quali saranno le prime che io prmuncierò varcando le soglie dell’eternità? Sia gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo... le parole del cantico eterno ’del Paradiso. L. V.

Comm. ANSELMO RONCHETTI

R. Provveditore agli Studi.

E’ morto un galantuomo, un uomo di bene, un uomo che non ha mai fatto male ad alcuno, un uomo che, secondo il potere, faceva del bene a tutti.

Era questa l’espressione di tutti lunedi mattina, 24 corrente, quando dalla casa lungo il npviglio, via S. Damiano, veniva portata la sua salma alla Chiesa Parochiale di S. Babila, per essere poi condotta e tumulata al Cimitero Monumentale. Rade volte si vide in Milano un corteo funebre

più lungo e imponente del suo. non si tentò neanche di fare entrare il corteo im Chiesa, per l’evidente impossibilità di farcelo stare: la testa del corteo era già in fondo alla via Monte Napoleone, e il feretro non era ancor entrato in Chiesa, dove stimo Per breve tempo. Veri e numerosi, sarebbe esagerazione il dire che quel corteo fosse in proporzione dei meriti del cittadino: il cito meno ria spiegabile dalla qualità della carica da lui occupata di Provveditore agli studi: tutte le scuole elementari e normali di Milano erano tutte e tutte largamente rappresentate da una numerosa schiera di allievi e di allieve, accompagnati da profess, ri, maestri, da maestre, colle rispettive bandiere, alte,-nate fra di loro,,5_,shiere di ragazze e di ragazzi, varie idi età e di divise, colla vivacità propria della gioventù anche in mezzo alla mestizia, da formare uno spettacolo impressionante. Oltre essere buono, era un uomo modesto: per la sua carica egli doveva trovarsi dapertutto per esa mi, per accademie, per rappresentanze, ma egli no!’ ostentava mai la sua presenza in nessun luogo e con nessuno: faceva semplicemente il suo dovere, ma lo faceva bene, con intelligenza, con dignità. Mein e cresciuta negli, studi matematici, aveva contratto da ess’l’abitudine dell’ordine, della chiarezza, della solida:t, della misura: era:un uomo equilibrato, che arrivava a tempo a tutto. Ciò spiega come egli abbia potuto resta:e per molti anni in un posto importante, invidiato, difficili, senza guerra da parte dei maestri, senza mutammt: da parte del governo: questa stabilità in mezzo a. tanta instabilità in uno speciale momento aveva crea-. to intorno a lui una leggenda dì sospetto: è un fra-massone, si sussurrava. Ed io un giorno, per la confidenza che mi accordava, glielo dissi. Diconò che lei è un framassone. Ed egli sorridendo negò di esserlo. Ed io non mancai.di aggiungere: guardi che si ritiene che i frarnassoni, pur essendolo, hanno il permesso di negare di esser.: lo. Ed egli sorrise ancora quasi dicesse: potrà esserlo di altri, non di me. Un argornent3 perentqrio della verità della sua convinzione religiosa, non puramente teorica ma pratica, lo si ha dalle sue abitudini. Quante volte lo si vedeva alla domenica colla sua signora ne! la Chiesa di S. Babila! E’ un atto solo, ma un atto che dice tante cose: un atto solo di fede contiene una professione completa di fede, specialmente in lui, che occupava una carica pubblica in un atnbient e così poco credente, come è l’ambiente dei maestri e dell’istruzione pubblica. Era stato col suo fratello Deputato nellé schiere dei garibaldini, ed era orgoglioso di questa marca di patriottismo, ma senza la tinta di irreligioso; quante volte mi disse: oh, se tutti i preti fossero come lei, come le cose andrebbero meglio! Ed io non celava punto la professiòne aperta della mia fetl-2 cattolica, nè colla condotta nè cogli scritti. Leggeva sempre il Buon Cuore, e a pronosito