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IL BUON CUORE 175


brerà; tu concepirai e darai alla luce un figlio, al quale darai nome Gesù! Fermiamoci. Si dice che i cattolici sono esagerati nel loro culto verso Maria; che le danno troppo; che la mettono dinnanzi e sopra del Signore.... Ebbene; mettiamo insieme tutti i doni e gli onori che i cattolici hanno offerto e offrono a Maria: fiori, candele, pizzi, candelabri, voti, altari, tempi; espressioni tenere, infocate, di devoti, di santi, di S. Bernardo, di S. Francesco, di S. Alfonso; poesie dei più grandi poeti, di Dante, di Petrarca, di Manzoni; e poi, quando abbiamo fatto questa bella raccolta, che abbraccia ed esprime il culto dei cattolici verso Maria in tutti i secoli, su tutta la faccia della terra, mettiamolo di fronte al dono che a Maria ha fatto Dio, e vediamo chi vince alla prova. I cattolici danno a Maria tutti i doni della terra: lo dicono i protestanti che non potremmo dare di più e ce ne fanno un torto. E Dio che cosa dà a Maria? Dio dà a Maria - il suo stesso figlio! E glielo dà in maniera così stretta che tra Maria e il suo figlio si determina l’unione massima possibile,, l’unione della madre col figlio, e non solo per un riflesso morale, ma per una trasmissione fisica. Agostino e Tommaso, questi supremi ingegni del mondo cristiano, hanno detto in proposito due frasi che esprimond il sommo della intimità e della elevatezza della unione di Maria con Cristo e colla divinità: Agostino: Caro Christi, caro Maria. E Tommaso: Maria è consanguinea della S. Trinità! Altro che il troppo che i cattolici danno a Maria: Iddio stesso.non potrebbe trovare in se stesso, e fuori di sè stesso, cosa che sia pii. grande di sè stesso. Cari i miei fratelli protestanti, l’avete fatta grossa nel lesinare gli onori a Maria, e lesinarli col pretesto di non far torta a Dio; invece è un andare apertamente contro a Dio col non prestare questo onore; e Die che è andato Manzi e ha dato l’esempio a tutti Ma, interrompono i protestanti, non è l’onore a Maria che contestiamo, è la esagerazione di questo onore, — Non aggiungete torto a torto: non aggiungete al torto della mente il torto del cuore; esa gerazione! Può esserci in qualche dettaglio, ma pensate che siamo innanzi all’amore, il sentimento più incoercibile del cuore umano: pensate quale amore sia: è l’amore per chi? L’ambre verso la madre. L. Vitali.

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Ad un censore del culto alla Vergine In uno dei passati numeri del quotidiano «La Sera», figurava in quarta pagina una prolissa critica e del culto della Madonna e degli oratori sacri che in questo maggio se ne occupano in tutte le chiese di Milano. Riguardo a ciò che l’articolista scrive del maggiore o minor valore oratorio dei diversi predicatori, non mi voglio curare soverchio. Su questo terreno i criteri rispettivi di giudizio sono troppo diversi p- -poterci intendere. Il valore oratorio e artistico per m costituisce una pura accidentalità nella predicazione mentre il pensiero ed i sussidii morali e sopranatur- li che lo accompagnano, sono tutto; proprio l’opposto per i buongustai raffinati che pretenderebbe-) trovare nelle nostre Chiese su per giù quel diletto cli. offre il teatro. Piuttosto preferisco arrestarmi su quel suo protestantico formalizzarsi riguardo alle manifestazioni divozionali cattoliche. L’articolista trova esagerato il culto esterno alla Vergine; eccessiva la pompa di apparati, luminarie, fiori, riti e predicazione di tutto un mese, e qualche modo ingiurioso a Dio. La tenerezza per diritti di Dio, l’aombrare di tutto per ansia tema che essi vengano menomati, potrebbero far onore a chiunque, se non guastasse l’ignoranza crassa, voluta, circa la realtà delle cose. Nonchè nell’intenzione, neppure nello stesso culto materiale come è praticato fra noi, v’è pur l’omb. • di sfregio a Dio; le singole posizioni di Dio e del’sua benedetta Madre sono ben nette e distintè; n( c’è che informarsene. Ma il fatto che nel culto alla Vergine c’è una maggiore espansione, una nota più affettuosa e calda; un’esteriorità di dimostrazioni più accentuata con omaggi, offerte, lumi e fiori, non esiste irrecusabile i E’ vero; ma che per ciò? Mentre tutto questo non varca i confini del cosi detto culto di iperditF/ o somma venerazione, dovuto esclusivamente ai:, Madre di Dio, d’altra parte non è che troppo conforme ai nostri costumi umani per poterlo censurare comunque. Vedete per esempio che cosa facciamo noi nella nostra vita sociale. Volta che si festeggino date mernorande, se i festeggiati rappresentino ambo i Sessi, noi senz’altro usiamo alla donna un trattame:-to di favore. Ricorriamo a due soli casi: le Nozze ed ii Giorno Onomastico. Il giorno delle Nozze, la curiosità, le attenzioni, i donativi, la profusione di complimenti, augurii e fiori, sono tutti per la sposa; che, già avvolta rh," nimbo di luce di vaporosa bianchezza del manto nuziale, tutto uno spumeggio vanescente, si avvol,, • in una gloria di omaggi alla esuberante giovinezza, ’di delicate affettuosità, di rimpianti, di addii, cl piove da tutte le parti su lei così da ecclissare o qua.nito meno rendere persona secondaria lo sposo. E nel giorno onomastico dei genitori non si