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IL BUON CUORE 219


abbi pietà di noi. Ma il popolo li sgridava perchè tacessero. Eglino però più forte gridavano, dicendo: Signore, figliuol di Davide, abbi pietà di noi. E Gesù soffermossi, e li chiamò e disse loro: che volete th’io faccia? Signore, risposero essi, che si aprano gli occhi nostri. E Gesù, mosso a compassione di essi, toccò i loro occhi; e subito videro e lo seguitarono. (S. MATTEO, Cap. 20).

Pensieri.

I due ciechi ricordati nell’odierno Vangelo ci sono esempio splendidissimo di quanto noi dobbiamo fare per cercare Cristo, affinchè ci guarisca dalla cecità spirituale, della quale la cecità materiale è immagine, disprezzando tutti gli ostacoli che si frappongono al conseguimento del nostro fine.

La cecità è un gran male. Essa ci priva del senso che maggiormente ci fa conoscere e gustare le bellezze della natura; essa ci toglie il mezzo per acquistare le abilità indispensabili ad apprendere un’arte, un mestiere, per, provvedere ai bisogni della. vita,’ renderci indipendenti, utili a noi e agli altri; un cieco è quasi sempre uno schiavo, col bisogno del soccorso e della guida altrui.. E ciò che rende questo stato più miserando e compassionevole, è che spesso si accompagna ad un’anima che ha tutte le energe interne, un’anima intelligente, affettuoSa, desiderosa di agire: il cieco è un uccello dall’ala vigorosa, che vuole slanciarsi nei vasti campi del cielo, e si sente rilegato nei brevi confini di una gabbia, che urta del capo contro le sue pareti, per spezzarle. per usl;’irne, e.ricade sul terreno, spossato, esaurito dai suoi sforzi inutili! La cecità del corpo è un’immagine della cecità dell’anima. La cecità dell’anima ci toglie di conoscere tutte le bellezze del mondo spirituale, la bellezza della verità della fede, la bellezza della virtù, la bellezza dell’amor di Dio, la bellezza della speranza del cielo; la cecità spirituale ci toglie i mezzi per agire nel mondo della vita sopranaturale, per acquistare dei meriti per noi, per gli altri, per raggiungere il <6ne della vita, che è la virtù sulla terra, il.premio nel cielo; la cecità spirituale rende l’anima schiava prima dell’ignoranza, poi det vizio, togliendole i mezzi per dissipare la prima, per spezzare le catene del secondo; infelice nella vita presente, per essere poi un giorno più infelice nella vita futura. Una diversità vi è tra la cecità del corpo e quella dello spirito. Nel mentre tutti conoscono la prima, e chi ne è colpito brama di uscirne e non si arresterebbe dall’uso di qualsiasi mezzo che potesse promettergli la guarigione, non tutti conoscono la seconda, specialmente quelli che ne sono colpiti, e per conseguenza pochi sono quelli che mettono in uso i mezzi per esserne liberi. Sono ciechi spirituali quelli che non conoscono la verità della fede; che non conoscono i precetti della legge. di Dio e della Chiesa; sono ciechi spirituali quelli che apprezzano é cercano soltanto i beni della vita presente, e poqo curano i beni eter

ni dello spirito; sono ciechi quelli che cercano solo le soddisfazioni dei sensi e delle passioni umane, e non apprezzano, e non curano, e non cercano, tutto ciò che costituisce la vita interna della fede e dell’amore di Dio. La cecità spirituale è quindi male più grave della cecità del corpo; perchè è mafie che colpisce l’anima, perchè è male che ignora sè stesso, e non cerca i mezzi per liberarsene. La cecità spirituale ha però un grande’ vantaggio sulla cecità materiale, ed è che mentre torna di f.ficile guarire dalla cecità del corpo, richiedendosi all’uopo, nella maggior parte dei casi, un miracolo, non è impossibile, non è difficile, liberarsi dalla cecità dello spirito. Basta volerlo, volerlo sinceramente, rivolgendoci al medico che ha la potenza e la volontà di guarirci. Chi è questo medico? Egli ci è indicato dall’odierno vangelo. Questo medico è Cristo.

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Molte turbe lo seguivano. Il fatto si avvera anche al presente. CriSto è il medico universale, riconosciuto, che guarisce dalla cecità spirituale. Venti secoli proclamano l’esistenza e la potenza di questo medico. Comparve Cristo, e le tenebre che incombevano sul mondo pagano, cogli errori del’idolatria, scomparvero. Scesero i barbari, e Cristo, per, mezzo dei missionari; dei Vescovi, comparso in mezzo a loro, li illuminò, li civilizzò. Comparve Cristo nelle regioni del nuovo mondo, e in tutte le altre parti della terra, e dappertutto portò la luce della verità e della civiltà. Comparve Cristo in mezzo al progresso delle arti e scienze: le scienze specialmente agitavano una fiaccola che aveva la pretesa di eclissare la fiaccola innalzata da Cristo e dalla sua Chiesa: ma la fiaccola di Cristo ha ancora il primato: le scienze umane sono orgogliose nei loro trionfi; ma, nella concezione della vita, sono trionfi del momento: il trovato di una scienza oggi, è eclissato dal trovato di un’altra scienza domani. la scienza, nell’ordine delle idee, è come il Saturno della favola, divora i suoi figli: la fiaccola di Cristo e inconsunta, come disse il poeta: brilla sempre, brilla sempre limpida, brilla sempre da per tutto, per tutti. Quanti sono i popoli che camminano alla luce di questa fiaccola! Sono i popoli più numerosi e più civili della terra. Fra i molti maestri di verità e di virtù che si disputano il dominio delle intelligenze e dei cuori sulla terra, Cristo è ancora il maestro più autorevole, più alto, più rispettato. Molte turbe lo seguouo. E’ questo già un grande argomento per seguire Cristo. La fede della grande maggioranza dei popoli e dei secoli cristiana è giustificazione e stimolo ben efficace alla nostra fede. E’ lo splendido esempio che ci hanno dato i Ciechi.